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29 agosto 2011

UN ANTI-EROE DEI TEMPI MODERNI

Ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è! E' forse in questi celebri versi che Mogol regalò a Lucio Battisti nei Giardini di marzo che si manifesta il modus vivendi di un anti-eroe dei nostri tempi. Non un personaggio realmente vissuto, ma il protagonista de “Il segreto dei suoi occhi”: per me il più bel film argentino di sempre.
Siamo negli Anni 70, in pieno peronismo. Ricardo Darìn alias Benjamin Esposito è un oscuro funzionario del palazzo di giustizia di Buenos Aires che condivide la sua esistenza con due cari amici: l'impiegato Sandoval, spirito libero amante del Racing di Avellaneda come delle grandi bevute al bar con gli amici, e la dottoressa Hastings di cui è segretamente innamorato. I tre si fanno attrarre da un caso irrisolto di malagiustizia che condizionerà, in tempi e modi completamente differenti, le loro vicende umane.
E' soprattutto da Ricardo alias Benjamin che sono rimasto colpito, anzi stregato. Uomo ipersensibile, colto, si trova in perenne conflitto coi tempi assai difficili in cui è costretto a vivere: stiamo parlando dell'Argentina di Evita Peròn, nazione in cui piano piano sta prendendo piede la dittatura crudele e sanguinaria dei generali. Si fa presto a definirlo, dopo le prime scene di questa pellicola, un codardo: ma avete in mente che razza d'inferno fosse quella nazione in quegli anni così torbidi?
Lunghi primi piani indugiano sul nostro anti-eroe. Dalla codardia al coraggio: quanti anni ci vorranno! Quel vedovo disperato che continua a nutrire lo stesso amore di sempre per la deliziosa moglie così barbaramente trucidata, le ingiustizie quotidiane patite sul lavoro, l'amore che pare impossibile da realizzare con la Hastings e la grande amicizia con Sandoval: come farà Ricardo alias Benjamin a ribaltare il corso degli eventi? Ebbene sì, amici: il coraggio di vivere alla fine trionferà nell'animo del nostro anti-eroe Ricardo alias Benjamin. E nel nostro?

07 giugno 2011

UN'AMERICA, TANTE AMERICHE

Il Grisham che non ti aspetti disegna nitidamente qui le vicissitudini della famiglia Chandler nell'Arkansas enorme distesa di campi di cotone nell'estate del 1952. Contadini e mezzadri, i loro aiutanti così diversi fra loro come i montanari e i messicani: a turbare gli animi di tutti giunge la visita di un cugino da tempo trasferitosi nel Nord delle industrie pesanti e dei soldi più facili. Dall'incontro occasionale ma decisivo per le vite di entrambi fra Luke, bambino di 7 anni con la passione per il baseball, e Troll, ragazzo menomato che si è messo in testa di dipingere una casa di campagna scatta la scintilla che dà respiro a una storia tenera, a volte drammatica, alla fine emozionante. Piccolo capolavoro da leggere e da far leggere alle persone più care di tutte le età!

LA CASA DIPINTA - JOHN GRISHAM / ED. MONDADORI

15 marzo 2011

TIME FLIES, IL TEMPO VOLA E ...

Time flies, il tempo vola! Scorrono le immagini nitide a velocità della luce. La mia infanzia a Lauriano Po? Il cielo terso che, i primi giorni di ottobre, si copriva di colpo del volo contemporaneo di centinaia, anzi di migliaia di rondini. Le mie passioni da adolescente? I libri, gli scherzi ai compagni e agl'insegnanti a scuola, il tennis, il Milan, il rock e una ragazzina dai capelli rossi. Quest'ultima solo Schultz in persona avrebbe potuto crearla meglio dell'originale: io, povero Charlie Brown italico, nemmeno il tempo di dichiararle il mio amore sulle note di Stairway to Heaven che ... puff: la settimana dopo avevano trasferito il padre negli States per lavoro!

Time flies, il tempo vola! Università mai digerita per la mia idiosincrasia verso gli esami, distrazioni e lavoretti part time, fughe all'inglese di qua e di là per lo stivale e ritorni all'ovile sempre più avvilenti. In un flash back rapido rapido tutto si risolverà in pochissimo tempo. Un lavoro stabile, la prima casa, Borgata Parella a un tiro di schioppo dalla Pellerina, l'incontro con Paola, la donna della mia vita: sto diventando normale, anche troppo! E infatti a fine secolo la ruota gira, apparentemente a mio sfavore: ma io non mi arrendo! Grazie alla mia Paola, colei che sa leggere in fondo al mio cuore con un semplice sguardo, ritrovo a fatica la fiducia in me stesso e alè: uno a zero, palla al centro e da Manchester giunge un invito che non si può rifiutare. Ma questa è storia recente e ...

Time flies, il tempo vola: come avete ragione, amici Porcupine Tree!

01 gennaio 2011

PARIGI, FOLLIA FRA LA FOLLA


Parigi? E' la sua folla. Arrondissement che attraversi, facce nuove che vedi! Ti tuffi in un mare di sguardi, di espressioni, di abbigliamenti uno completamente diverso dall'altro. Volete un esempio? I grandi boulevard verso mezzogiorno! Massaie vistosamente truccate come se dovessero andare al night club – eppure siamo in pieno giorno! - e donne in carriera con l'ipod in una mano e la borsa della spesa nell'altra. I gendarmi con i loro inconfondibili giubbotti blu oltremare spalla a spalla coi ragazzini in libera uscita per le vacanze di fine anno. Impiegatucci grigi e alteri con l'inseparabile baguette sotto l'ascella si fanno largo fra i signori anziani dell'alta società che sfoggiano cappotti di visone dal valore di un'automobile nuova di zecca. Uomini e donne di tutte le età e tutte le razze camminano da un attraversamento pedonale all'altro con apparente indifferenza. Ci sono clochard, dignitosi nella loro estrema povertà, eppure molto più sorridenti di certi negozianti che li osservano volutamente infastiditi. Negozi e vetrine uguale lusso sfrenato che fa a pugni coi sacchi a pelo di chi non ha un tetto dove ripararsi dal freddo: ecco cos'è la Ville Lumière! Un mare magnum di gente, i parigini, convinti in perfetta buona fede di essere l'ombelico del mondo. Li guardi uno ad uno ed è come se ti dicessero: mi raccomando, non fermarti mai neppure un momento! La vita è il preciso momento in cui mi guardi, non fermarti a riflettere ma continua a guardarmi: ah questi parigini, sono di un esibizionismo davvero sfacciato! Tra monumenti famosi e panorami incomparabili che ti rubano l'occhio ogni volta che torno a Parigi scopro meraviglie di cui praticamente ignoravo l'esistenza. Come, quasi a metà fra la spianata degli Invalidès e la Tour Eiffel, la Fontana di Marte: non una semplice fontana, molto di più! Si erge in tutta la sua grandeur in rue Saint Dominique, proprio di fronte a una boulangerie che porta lo stesso nome con annesso caffè e tavolini. Locale molto piccolo datato qualche secolo, arredato stile fine Ottocento, pane e croissant meravigliosi, vetrinette dotate di ogni ben di Dio, clientela logicamente affezionata, ti siedi a uno dei tavolini per fare una colazione indimenticabile quanto a bontà e al prezzo contenuto. Peccato solo che dietro al bancone ci siano due donne, una alta e giovane, l'altra tozza e con un paio di occhialini da preside in pensione, di un'antipatia addirittura biblica! Ma in fondo chissenefrega: abbiamo tutti un blues da piangere, noi italianuzzi e loro parigine, in fondo perché non riderci su?


26 settembre 2010

IL MANCIO E CARLETTO


Il Mancio e Carletto: che bei personaggi nel calcio globalizzato di oggi! Da ex grandi calciatori dotati già in giovane età di un grande carisma sono diventati presto allenatori straordinari nella serie A dove capitani d'industria montano e smontano a piacere le loro squadre manco fossero bambini capricciosi col meccano all'asilo. Oggi i due ambiscono a diventare grandi manager a caccia di gloria nel difficile mondo della Premier League inglese.
Secondo derby personale e seconda vittoria del Mancio? Poco importa del risultato del campo: entrambi sono in grado di decidere in prima persona le scelte di mercato di Chelsea e Manchester City, di far chinare il capo ai grandi nomi incapaci di sacrificarsi per raggiungere la vittoria, di esaltare i tifosi malgrado lo sciovinismo mostrato nei loro confronti dai perfidi tabloid nazionalisti d'Oltremanica.
Il Mancio ieri ha battuto Carletto, reduce comunque da una cavalcata trionfale di ben cinque successi consecutivi con ventuno gol segnati e uno solo subito. Ha deciso un fantastico gol in contropiede dell'Apache Tevez: carattere non facile ma estremamente orgoglioso, scelto con grande fiuto dal tecnico jesino come capitano contro tutto e contro tutti.
E dall'altra parte l'altra stella, Didier Drogba, è stato sostituita doppo una prova incolore a un quarto d'ora dalla fine sullo 0-1 da un Carletto apparentemente indifferente. In realtà il volto del tecnico di Reggiolo era tutto un poema. La stretta di mano fra i due, che spettacolo di fine diplomazia di fronte a milioni di spettatori!
Dopo sei giornate di campionato quattro punti ora separano l'ambizioso City arabo del Mancio dalla corazzata russa di Stamford Bridge: Ancelotti di sicuro ha nel mirino la Champions League dove ha già vinto col Milan, mentre i Citizens sono troppo a lungo a secco di vittorie per dosare le energie nella loro avventura in Europa League
Il Mancio e Carletto: solo loro o … in verità c'è un terzo incomodo, anzi un vero e proprio convitato di pietra che attende di dire la sua: Sir Alex Ferguson guida per il 27° anno consecutivo la macchina da soldi americana dello United, sempre a Manchester. E se avesse lui l'ultima parola sia in Inghilterra che in Europa anche stavolta?

15 settembre 2010

UN CANTAUTORE PAPA'


Oh, little sleepy boy
Do you know what time it is?
Well the hour of your bedtime's
Long been past!

And though I know you're fighting it
I can tell when you rub your eyes
You're fading fast
Fading fast!


Won't you run come see St.Judy's Comet
Roll across the skies
And leave a spray of diamonds
In its wake
I long to see St.Judy's Comet
Sparkle in your eyes
When you'll awake!

Little boy
Won't you lay your body down
Little boy
Won't you close your weary eye's
Ain't nothing flashing but the fireflies

Well I sang it once
Then I sang it twice
I'm going tu sing it three times more
I'm going to stay 'til your resistance
Is overcome!
'Cause if I can't sing my boy to sleep
Well it makes your famous daddy
Look so dumb!

Wun't you run come see St.Judy's Comet
Roll across the skies
And leave a spray of diamonds
In its wake
I long to see St.Judy's Comet
Sparkle in your eyes
When you awake!

Little boy, little boy
Won't you lay your body down
Little boy, little boy
Won't you close your weary eyes
Ain't nothing flashing but the fireflies!

Oo little sleepy boy
Do you know what time it is
Well the hour of your bedtime's
Long been past
Though I know you're fighting it
I can tell when you rub your eyes
That you're fading fast.

Oh, piccolo bambino che dormi,

non lo sai che ora è?

Bene l'ora di dormire è

passata già da un pezzo!


E malgrado io sappia che tu stai combattendo

stai tranquillo che quando tu ti strofinerai gli occhi

ti spegnerai in un attimo,

sì in un attimo!


Vuoi venire a guardare la cometa di St.Judy

che attraversa i cieli

lasciando una cascata di diamanti

sulla sua scia

Dovrò aspettare a vedere la cometa di St.Judy

brillare nei tuoi occhi

quando ti sveglierai!


Piccolino

non hai voglia di dormire?

Piccolino

non vuoi chiudere quei tuoi occhi stanchi?

A brillare nel buio son rimaste solo le lucciole!



Bene, te la canto una volta

Poi te la canto di nuovo,

Poi ancora te la ricanto per la terza volta

Ho intenzione di resistere finché la tua resistenza

colerà a picco!

Perchè se non fossi in grado di far dormire mio figlio

bene ciò renderebbe un papà famoso

come un muto!



Vuoi venire a guardare la cometa di St.Judy

che attraversa i cieli

lasciando una cascata di diamanti

sulla sua scia

Dovrò aspettare a vedere la cometa di St.Judy

brillare nei tuoi occhi

quando ti sveglierai!



Piccolino

non hai voglia di dormire?

Piccolino

non vuoi chiudere quei tuoi occhi stanchi?

A brillare nel buio son rimaste solo le lucciole!


Oh, piccolo bambino che dormi,

non lo sai che ora è?

Bene l'ora di dormire è

passata già da un pezzo!

Benchè io sappia che tu stai combattendo

stai tranquillo che quando tu ti strofinerai gli occhi

ti spegnerai in un attimo.


PAUL SIMON - ST JUDY'S COMET (dall'album KODACHROME)

10 settembre 2010

UN LIBRO, ANZI ... IL LIBRO!



Non ci sono santi che tengano, amici! Se c'è un'opera che rappresenta alla perfezione la crisi esistenziale dell'uomo moderno e, allo stesso tempo, ne esalti la sua capacità incredibile di saper giostrare attraverso tutte le difficoltà che il destino gli presenta, ebbene quest'opera non può che essere la "Versione di Barney"!
Libro, naturalmente, perchè nessuna fatica cinematografica, per quanto ammantata dai migliori propositi come pare sia quella oggi presentata in anteprima al noiosissimo Festival di Venezia, potrà rendere appieno la grande umanità del protagonista e del suo alter ego. Boogie e Barney, Barney e Boogie e, naturalmente, Miriam: l'amicizia e il grande amore come sentimenti indissolubili sono per me alla base di ogni vita che valga la pena di essere vissuta! Eccessi, maldicenze, battutacce, cadute di stile, la passione per l'hockey sul ghiaccio, grandi bevute, prese per il fondoschiena dei propri simili e, alla fine, una grave malattia: quanto c'è in ognuno di noi, comuni mortali troppo spesso autoreferenziali e vacui, del figlio di Izzie Panofskj, poliziotto canadese di origine ebraica?

20 giugno 2010

DETECTIVE RHYME, DISABILE PER MODO DI DIRE


Jeffery Deaver raggiunge qui l'apogeo della sua creatività confezionando il più bel capitolo della saga Rhyme-Sachs. Il genio della criminologia costretto da un terribile incidente su una sedia a rotelle perché tetraplegico e la sua effervescente compagna sono alle prese con il più perfido dei killer. Chi mai lo avrà assoldato stavolta e come faranno i due detective ad assicurarlo definitivamente alla giustizia? Deaver accompagna frase per frase noi lettori in un crescendo rossiniano alla soluzione di questo caso. Cosa mi affascina di questo grande scrittore? Il modo meticoloso in cui studia lo scenario di ogni sua opera! Dietro alla sua disinvolta vena artistica c'è un lavoro certosino di acquisizione delle conoscenze indispensabili a descrivere l'ambiente dove operano i suoi personaggi. Ma non solo questo! Deaver, qui più che altrove, ci mostra il vero volto del suo e nostro eroe Lincoln Rhyme. L'handicap fisico si trasforma in forza interiore: ecco che una persona colpita da tetraplegia per un gravissimo infortunio sulla scena di un crimine - come avevamo appreso nel precedente e altrettanto bel romanzo della serie "Il collezionista di ossa" - diventa migliore dei cosiddetti normodotati che lo circondano. Accidenti, quanto sei bravo Deaver!

LO SCHELETRO CHE BALLA - JEFFERY DEAVER - ED. SONZOGNO

16 maggio 2010

MARLOWE? COME DON CHISCIOTTE!


Sorrido quando penso al giudizio restrittivo che alcuni lettori superficiali danno dei libri gialli. Per loro sono solo un genere letterario come un altro: sono libri basati su una formula che dà esclusivamente piacere e distrae. Che grave errore! A smentirli provvede Chandler: una vita rovinata dall'alcool e condizionata, forse, dalle incomprensioni di chi lo circondava. Quest'uomo non ebbe pace nella sua esistenza terrena ma ci ha lasciato in eredità un personaggio, l'investigatore privato Philippe Marlowe, che per me è un terribile atto di accusa vivente contro tutta l'umanità! Confesso che questo romanzo mi ha turbato non poco per la profondità toccante con cui l'autore denuncia i mali del vivere moderno. Ipocrisia, arroganza, corruzione: come in un frullatore l'autore rivive nel suo alter ego il dramma della sua esistenza terrena e arriva a dirci, anzi a urlarci in decine di pagine di straordinario valore letterario il suo rigetto verso la quotidianità.
E' davvero un lungo, toccante addio questo di Chandler/Marlowe che va letto, riletto, meditato e discusso esattamente come ancora si fa, a distanza di secoli, con un altro grande alter ego della letteratura mondiale: Cervantes/Don Chisciotte!

RAYMOND CHANDLER / IL LUNGO ADDIO - Casa editrice Feltrinelli

20 aprile 2010

DONOVAN E LA STAGIONE DELLA STREGA


“You've got to pick up every stitch,
The rabbits running in the ditch,
Beatniks are out to make it rich,
Oh no, must be the season of the witch!”

“Non hai che da raccogliere ogni punto,
mentre i conigli corrono nel fosso,
i Beatniks non ti fanno certo guadagnare,
Oh no! E' proprio la stagione della Strega!”
Poliomelite. Malattia tristemente famosa nel secolo scorso per aggredire subdolamente il fisico ancora intenerito dall'età di bambini e adolescenti. Oggi la scienza ha trovato il modo per debellarla alla radice. Ma un tempo … Immaginate di nascere alla periferia di Glasgow, Scozia, subito dopo la seconda guerra mondiale, con un problema di questo tipo! Cresci in una città inospitale dove rovine, disoccupazione, fame e voglia di riprendere a vivere come quando regnava la pace si mescolano in un caleidoscopio. Acido, troppo acido il sapore di quei primi anni se vivi in mezzo a fabbriche dismesse e, per i tuoi genitori, lavorare regolarmente è un miraggio! Allora stringi i denti e te ne vai con loro a Hertford, sud dell'Inghilterra, dove papà può trovare lavoro in qualche birreria. Tu e la polio, accidenti! Impugni la chitarra quasi con rabbia e lei è lì che sogghigna! Lei è lì che ti lascia un segno indelebile, dentro e fuori di te non hai scampo: sei destinato per tutta la vita a lottare più di altri per la tua affermazione proprio per la sua presenza.
Lei? E' la Strega!
S'intitola non a caso “Season of the Witch” cioè Stagione della Strega l'inno alla malattia che lo afflisse da ragazzo e che contemporaneamente gli diede la forza di reinventarsi menestrello del beatnik: Donovan Phillips Leitch, meglio noto come Donovan e basta, la compose durante i suoi tour estenuanti da un capo all'altro del Regno Unito e la incise quando aveva giusto vent'anni.
Il successo fu clamoroso, considerando che parliamo di una ballata di quasi cinque minuti proposta al grande pubblico abituato a canzoncine di nemmeno due minuti e mezzo.
Ancor di più stupisce come fosse rivoluzionario, per l'epoca, quel sound acidulo e avvolgente come un boa di struzzo un po' strettino ma caldo al punto giusto che i critici musicali definirono psichedelico. 1966-2010: quanta acqua è passata sotto i ponti eppure, amici miei, quanto è ancora attuale il grido di rabbia di Donovan rivolto all'indifferenza del mondo!