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26 settembre 2010

IL MANCIO E CARLETTO


Il Mancio e Carletto: che bei personaggi nel calcio globalizzato di oggi! Da ex grandi calciatori dotati già in giovane età di un grande carisma sono diventati presto allenatori straordinari nella serie A dove capitani d'industria montano e smontano a piacere le loro squadre manco fossero bambini capricciosi col meccano all'asilo. Oggi i due ambiscono a diventare grandi manager a caccia di gloria nel difficile mondo della Premier League inglese.
Secondo derby personale e seconda vittoria del Mancio? Poco importa del risultato del campo: entrambi sono in grado di decidere in prima persona le scelte di mercato di Chelsea e Manchester City, di far chinare il capo ai grandi nomi incapaci di sacrificarsi per raggiungere la vittoria, di esaltare i tifosi malgrado lo sciovinismo mostrato nei loro confronti dai perfidi tabloid nazionalisti d'Oltremanica.
Il Mancio ieri ha battuto Carletto, reduce comunque da una cavalcata trionfale di ben cinque successi consecutivi con ventuno gol segnati e uno solo subito. Ha deciso un fantastico gol in contropiede dell'Apache Tevez: carattere non facile ma estremamente orgoglioso, scelto con grande fiuto dal tecnico jesino come capitano contro tutto e contro tutti.
E dall'altra parte l'altra stella, Didier Drogba, è stato sostituita doppo una prova incolore a un quarto d'ora dalla fine sullo 0-1 da un Carletto apparentemente indifferente. In realtà il volto del tecnico di Reggiolo era tutto un poema. La stretta di mano fra i due, che spettacolo di fine diplomazia di fronte a milioni di spettatori!
Dopo sei giornate di campionato quattro punti ora separano l'ambizioso City arabo del Mancio dalla corazzata russa di Stamford Bridge: Ancelotti di sicuro ha nel mirino la Champions League dove ha già vinto col Milan, mentre i Citizens sono troppo a lungo a secco di vittorie per dosare le energie nella loro avventura in Europa League
Il Mancio e Carletto: solo loro o … in verità c'è un terzo incomodo, anzi un vero e proprio convitato di pietra che attende di dire la sua: Sir Alex Ferguson guida per il 27° anno consecutivo la macchina da soldi americana dello United, sempre a Manchester. E se avesse lui l'ultima parola sia in Inghilterra che in Europa anche stavolta?

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