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09 dicembre 2009

IL DECLINO DEI GRANDI CLUB ITALIANI

L'85% dei tifosi di calcio in Italia segue solo loro e, di conseguenza, loro rappresentano all'estero più degli altri club il calcio italiano. Juve, Milan, Inter sono sempre più in declino: fra poche ore c'è un Inter-Rubin da ultima spiaggia. Il rischio di perdere ulteriori posizioni nella graduatoria UEFA , e di conseguenza iscrizioni alla prossima edizione di Champions League, cresce a dismisura. La Juve è stata appena eliminata, clamorosamente ma meritatamente, il Milan ha faticato a passare il primo turno regalando tre punti su quattro al modesto Zurigo, l'Inter domina fra le mura amiche ma, puntualmente, delude in campo europeo fin dalle prime battute. Quali sono le cause di una crisi che pare irreversibile rispetto a club di altre nazioni come Germania, Spagna, Inghilterra e persino Francia?
Sono in pochi a confessarlo ma, in quanto a bruttezza, l'80% almeno delle partite della nostra serie A non teme ormai confronti! Perché? In Italia girano da anni stipendi da nababbi che contrastano con la mediocrità dello spettacolo prodotto. Blanc, Galliani, Moratti non sono che la punta di un iceberg: un movimento frequentato da dirigenti molto bravi a parlare coi media ma incapaci di comprendere che il calcio, in un modo o nell'altro, attrae investimenti, sponsor, spettatori da tutto il mondo solo se diverte. Per divertire il pubblico bisogna prima lavorare duramente: in allenamento e in partita, si può anzi si deve programmare ogni sforzo cercando di non improvvisare dall'oggi al domani cambiamenti che contrastino con l'obiettivo prefissato. La Champions è il barometro di questo divertimento: per le squadre più forti della nostra serie A volge al bello solo quando in campo scendono squadre ben allenate, affiatate, con la giusta tigna: e invece … e invece vediamo giocatori che sembrano non conoscere i fondamentali del gioco del pallone. Se sono difensori si perdono regolarmente l'uomo da marcare, se giocano a centrocampo o non corrono oppure sbagliano una quantità industriale di palloni, se giocano di punta non sanno tirare con forza e con precisione. L'1-4 subito dal Bayern in casa di fronte ai propri tifosi dapprima sbigottiti, poi inviperiti, il pareggio deludente contro una modesta squadra svizzera, la pretattica della vigilia e l'assurda tensione creata ad arte dal proprio allenatore: Juve, Milan e Inter sono l'immagine scoraggiante di un calcio sempre più in crisi d'identità e, quindi, di gradimento. Avete notato che Ferrara, Leonardo e Mourinho mettono in campo professionisti strapagati che a malapena si rivolgono la parola durante i 90 minuti di gioco e, se lo fanno, è per mandarsi regolarmente a quel paese? Sta a noi cronisti e giornalisti che seguiamo questo nostro calcio malato da anni con immutata passione spingere i responsabili di questi club famosi a spendere meno e meglio i fondi che amministrano. Come? Criticandoli quando abbandonano i loro allenatori allo sbaraglio, inducendoli a lanciare più talenti giovani nella mischia, punendo con multe salatissime quei loro dipendenti malati di protagonismo: vincere tutto e subito, in Europa, è impossibile ma Blanc, Galliani e Moratti sembrano far finta di non capirlo. Riuscirà il responso del campo a far loro aprire gli occhi?







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