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23 giugno 2009

UN PUGNO ALLO STOMACO CHE FA TANTO BENE


La vita agra: mai titolo riassume così bene il contenuto di un romanzo! Luciano Bianciardi, intellettuale grossetano emigrato a Milano per rabbia e per amore, descrive nel lontano 1961 con sapiente maestria e con una prosa davvero originale i guasti del boom economico appena iniziato. I lavoratori, compreso l'io narrante, anarchico impenitente ma in pace con la sua coscienza, sono minuscoli granelli di sabbia calpestati giorno per giorno da quei pochi privilegiati che li sfruttano. Sullo sfondo le periferie nebbiose, il perbenismo e quella cappa di conformismo che costrinse l'autore io narrante, una moglie e una figlia lasciate in Toscana, la donna della sua vita mai sposata fra lo scandalo dei conoscenti, a vivere di sotterfugi. Bianciardi un comunista? Forse lo fu, ma quanta amara verità nel ritratto del nuovo capocellula, uno spassoso estetista per cagnolini di ricche borghesi, in un quartiere milanese a la pàge (Brera). Si ride amaramente ma, quel che più conta, ci si interroga sul misterioso silenzio che oggi avvolge Bianciardi e questo suo capolavoro. Possibile che la sua profetica denuncia della futura Milano da bere interessi oggi a così poche persone?

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