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01 ottobre 2007

SETTEMBRE ROSSONERO: GUARDA CHE CRISI!


E’ finito ieri uno dei peggiori mesi di settembre della più recente storia dell’AC Milan. Il deludente pareggio interno contro il Catania, squadra volenterosa e nulla più, suona come campanello d’allarme per il prosieguo della stagione.
Il primo posto nel ranking europeo, sbandierato a più riprese dal nostro ineffabile amministratore delegato, è una coperta davvero troppo corta per nascondere il miserabile fallimento di questa e di altre precedenti campagne acquisti. L’obiettivo scudetto è stato fallito: ecco perché.
Cafu, Favalli, Brocchi, Simic, Gilardino, i tre sciagurati portieri sono, chi più chi meno, giocatori che hanno deluso parecchio. Più passano gli anni, più si svalutano e più diventa difficile trovare loro acquirenti.
Pasquale Foggia, tanto per fare un nome, è passato come una meteora a Milanello pur essendo uno dei più promettenti e spettacolari tornanti di fascia offensivi del calcio italiano. Meglio qualche giovane talentuoso e affamato di vittorie come lui in rosa in più? No, si sono detti in Via Turati: meglio confermare praticamente a vita tutti gli artefici delle vittorie europee e assicurare a tutta la rosa un tranquillo avvenire, magari ronfando belli placidi, davanti al caminetto di Milanello!
Avevamo la concreta possibilità di comprare il miglior portiere al mondo, Buffon, inserendo come parziale contropartita l’acerbo e inconsistente Gilardino, smanioso oltre a tutto di tornare a giocare nella società dov’era cresciuto, e invece? Ecco che dal cilindro di Zio Fester salta fuori il rinnovo pluriennale con ritocco verso l’alto faraonico per il discusso Dida e la conferma, in coppia con lui, del sosia australiano di Lerch, l’indimenticabile maggiordomo degli Addams.
Kakà, cui il Real Madrid offriva e offre tuttora cifre da capogiro per deliziare il Bernabeu, manifesta insofferenza per dover giocare quasi sempre spalle alla porta nello schema ad albero di Natale studiato da Ancelotti? Invece di promuovere titolare il giovane Foggia, di valorizzare il talento cristallino del giovane bretone Yohann Gourcuff o di reperire sul mercato una valida seconda punta che sappia affiancare i nostri centravanti alleggerendolo dell’incombenza di giocare quasi per intero spalle rivolte alla porta ... nisba! La cassaforte di Via Turati è stata chiusa a doppia mandata - ben 60 i milioni incassati dall’UEFA con la conquista della settima Champions ad Atene – e di volti nuovi si è visto lo spellacchiato Puma Emerson, altro ferro vecchio praticamente inutilizzato dalle merengues.
Che dire poi della consacrazione a parole del ben noto pacco megagalattico, sotto forma di un ex grande campione brasiliano un tempo gingillo preferito da Massimo Moratti e non da ora tartassato impietosamente da infortuni di ogni tipo?
E dell'altro acquisto, un’altra prima punta di appena 18 anni, inesperto e per giunta disponibile solo da gennaio 2008? Mah!
Come stupirsi di fronte a spettacoli deprimenti come i pareggi acciuffati per il rotto della cuffia a Siena e in casa contro Parma e Catania? Ora siamo, alla vigilia della difficile trasferta contro la brillante Lazio di Delio Rossi, tre punti appena sopra la zona retrocessione. Ma di che ci lamentiamo? In fondo, come Zio Fester proclama ormai da anni, siamo primi nel ranking europeo! Inoltre ci sono 40mila e più abbonati a San Siro che si sono fatti abbindolare dalle sue promesse e … che ingrati che siamo: ci sono la Champions League e l'Intercontinentale in Giappone a dicembre!
I sogni son desideri, cantava qualcuno: e tali sembrano destinati a restare con gli attuali giocatori a disposizione di Ancelotti, uomo onesto ma troppo propenso al quieto vivere.
Tutto questo alla faccia di chi continua a recitare la parte dell’ottimista, come lo scarsocrinito portatore sano di un centinaio di cravatte gialle, uno che nasconde sempre peggio i troppi errori della sua gestione ormai ventennale!

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