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24 ottobre 2007

E’ TORNATO MARK, IL SULTANO DELLO SWING!



L’autunno è stagione adatta agli spiriti riflessivi e indipendenti come nessun’altra. Chissà in quanti siamo ad apprezzare, ad esempio, una bella serata al calduccio del focolare domestico? Spero in molti! E mi auguro di non essere solo, ad esempio, ad impazzire di gioia genuina quando posso trascorrere momenti così ascoltando un CD di quelli giusti.
Di quelli che ti fanno vibrare, fuori e dentro, mentre là fuori potrebbe anche scoppiare la terza guerra mondiale che tu nemmeno te ne accorgeresti. Che Mosè cammini pure sulle acque, che la spesa pubblica della nostra nazione venga finalmente tagliata o che Lazzaro all’improvviso si alzi e cammini proprio davanti a me, insomma, quando io ascolto un certo tipo di musica embè … non ci sono per nessuno!
Se poi a comporre e ad eseguire la musica suddetta è un certo Mark Knopfler, cari testimoni della mia innocua follia, io sono semplicemente su un'altra costellazione!
Ormai veleggiante verso le sessanta primavere, Mark, chitarra solista dei mitici Dire Straits, la band di hits indimenticabili a cavallo fra i Settanta e gli Ottanta come SULTANS OF SWING, ROMEO AND JULIET, TUNNELL OF LOVE, BROTHERS IN ARM o PRIVATE INVESTIGSTION, è tornato a deliziarci con un CD “solo” stupefacente per la freschezza dell’ispirazione.
Diciamola tutta: da quando questo artista, forse sazio di assoli strepitosi di chitarra elettrica e voglioso invece di nuove esperienze, si era dato alla musica country cantando e suonando in coppia con la bellissima quanto lagnosa Amylou Harris, io l’avevo dato per disperso!
Era come se un grande difensore, a calcio, si fosse messo in testa di diventare centravanti o fantasista dietro le punte: la piattezza più scontata trasmessa dal vinile a me, suo fan antico, era insopportabile.
Pur comprendendo la fatale attrazione che poteva provare per la splendida collega – chi non ci andrebbe a letto con una strafica così? - non tolleravo il risultato finale delle loro trite e ritrite ballate.
Peccato, mi dicevo e ridicevo, avrà trovato la pace dei sensi con lei il grande Mark ma come fa a piacergli ciò che producono insieme i due? Boh!
Sta di fatto che, all’improvviso, qualcosa o qualcuno ha liberato finalmente la vena creativa del musicista di Glasgow dalle catene dell’aurea mediocritas che lo legavano a questa Circe. E’ nato così questo struggente e splendido “KILL TO GET CRIMSON”: un gioiello della durata approssimativa di 50 minuti fatti di ottima musica a cavallo fra il blues e il folk della sua terra nativa, l’orgogliosa Scozia.
L’autunno di questo 2007 è arrivato con questo meraviglioso regalo per le mie, per le vostre orecchie: non lasciatevelo scappare, allora!


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