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03 maggio 2007

L'UNICA SQUADRA ... INTERNAZIONALE DI MILANO

Accendi un Diavolo in me! Il ritornello di questa canzone di Zucchero torna alla mente dopo aver assistito ieri alla meravigliosa prova dell'unica vera società internazionale di Milano: l'AC Milan!
Un pubblico meraviglioso ha spinto ieri sera a San Siro undici grandi campioni contro gli stramaledettissimi rags di Sir Alec Ferguson sotto una pioggia torrenziale, tipica del clima delle Eastlands britanniche, a un trionfo meritato ma inatteso: perché? Per due ragioni ben precise:
1) Tutto l'ambiente del Milan doveva scrollarsi di dosso gli schizzi di fango derivanti dal nostro coinvolgimento nella squallida vicenda di Moggiopoli.
2) Le critiche, severe ma giuste, dei giornalisti e dei tifosi hanno compattato lo spirito di appartenenza dei giocatori, di Ancelotti, di Adriano Galliani a questa magica società dai colori inconfondibilmente stendhaliani: il Rosso e il Nero!
Partite così riconciliano con il calcio tifosi che, come il sottoscritto, erano nauseati da certi suoi protagonisti indegni e dai loro atteggiamenti in campo e fuori: tutti chiacchiere & distintivo, quanti parolai del pallone ammorbano l'aria con i loro contorcimenti verbali, promettono e mai mantengono di vincere e di convincere, per poi scomparire dalla scena quando il Milan, come sempre, tiene alto il buon nome del calcio italiano?
Carletto nostro non ha ripudiato il consueto modulo a due punte. Ha solo utilizzato fuori ruolo il suo artista più raffinato: Ricky Kakà. Nel ruolo di seconda punta tutto scatti, assist e gol (già 10 nell'attuale edizione di Champions), il brasiliano sa di non eccellere come in quello di fantasista implacabile creatore di gioco fra le linee.
Lì Carletto ha scelto in questo scorcio finale della stagione l'enigmatico - ormai ex - Lentopede del Suriname, al secolo Clarence Seedorf.
Grazie anche al ritorno al calcio giocato del meraviglioso rubapalloni di Pesaro, Max Ambrosini, il Milan è tornato a fare il Milan. Siamo tornati ad eccellere nelle serate di calcio internazionale, quello vero, lontano anni luce da quello discreto e nulla più dell'attuale campionato italiano.
Lo abbiamo fatto con umiltà, concentrazione, furore agonistico al cospetto della più forte squadra inglese del momento. Abbiamo battuto il Manchester United dei vari Rooney, Giggs, Scholes e di quell'insopportabile manichino troppo frettolosamente etichettato come campione che proviene dall'isola di Madera: un certo Cristiano Ronaldo, un dribblomane da Circo Barnum che, quando il gioco si fa duro, resta a specchiarsi nel vuoto pneumatico delle sue mossettine insulse da foca ammaestrata.
Ora ci attende la finalissima di Atene, la rivincita due anni dopo Istanbul contro il Liverpool coriaceo ed orgoglioso di Gerrard e di Crouch guidato con algida bravura dall'iberico "italianista" Rafa Benitez. Siamo tutti con voi, cari ragazzi: siete a un passo dalla Gloria! La sera del 23 maggio gli otto e più milioni di amanti del Diavolo di Via Turati vi sosterranno, come sempre, a testa alta!





3 commenti:

Anonimo ha detto...

Che gioia immensa! Come faremo a sopravvivere in apnea nei prossimi 20 giorni? Forza vecchio cuore rossonero!

Anonimo ha detto...

Lo abbiamo fatto con umiltà, concentrazione, furore agonistico al cospetto della più forte squadra inglese del momento. Abbiamo battuto il Manchester United dei vari Rooney, Giggs, Scholes e di quell'insopportabile manichino troppo frettolosamente etichettato come campione che proviene dall'isola di Madera: un certo Cristiano Ronaldo, un dribblomane da Circo Barnum che, quando il gioco si fa duro, resta a specchiarsi nel vuoto pneumatico delle sue mossettine insulse da foca ammaestrata.

su dai nn t'allargare adesso... che ronaldo sia un campione l'ha dimostrato anke parecchie volte... e se gattuso fosse stato al manchester sta sicuro ke kakà nn sarebbe andato da nessuna parte

RENATO BARNEY ha detto...

Manca la controprova a quel che dici: ma te lo vedi uno come il nostro grande Ringhio giocare in un'altra squadra? Scusami, ma io non ci riesco!