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Profilo Facebook di Renato Tubere

21 aprile 2007

QUEI RIBELLI GENTILI DI NEWCASTLE


"I'm just a soul whose intentions are good /Oh, Lord! Please don't let me be misunderstood!"
"Sono solo una povera anima le cui intenzioni sono buone /O Signore! Per favore fa ch'io non sia un incompreso!"
Newcastle, Inghilterra del Nord a due passi dal confine con la Scozia, primi anni Sessanta. Un po' come a Detroit, USA, durante gli anni ruggenti del fordismo o come a Torino, Italia, durante il fiattismo. Tante formiche brulicanti, uomini e donne, bambini e vecchi, trascinano stancamente le loro esistenze nel grigiore cupo fatto di lavoro febbrile in fabbrica, studio in scuole che sembrano ancora quelle dei tempi di Charles Dickens. Un esercito d'impermeabili e tailleur, di calzoncini corti e di montgomery entra ed esce ogni giorno alla stessa ora da casermoni o da villette a schiera col giardinetto sempre sul retro: tutti melanconicamente uguali. La sera, poi, gli uomini dai 30 anni in su vanno a ingolfarsi di birre ed alcoolici di vario genere nei maleodoranti pub.
E le donne? A casa ad ascoltare o a guardare quel che il convento della BBC, radio o TV, passa. Restano in trepidante attesa, le poverine, del ritorno a casa, su gambe sempre pericolosamente malferme, dei loro uomini. Mentre i giovani restano a osservare, alcuni di loro impietriti, altri con una rabbia repressa dentro che è difficile esprimere, fuori dalle proprie famiglie.
E' in questo scenario apocalittico di rassegnata monotonia che alcuni giovani musicisti, capitanati dalla più bella voce del rock mai esistita, Eric Burdon, creano dal nulla un genere musicale che farà epoca.
Riproponendo blues delle periferie industriali di Detroit e di Chicago degli Anni Trenta e Quaranta, gli Animals svegliano le coscienze anestetizzate dal malessere e dalla miseria esistenziale dei più giovani.
Questi remake, come la celebre e toccante "HOUSE OF THE RISING SUN", la severa e coraggiosa "WE GOTTA GET OUT OF THIS PLACE" e la tenerissima "DON'T LET ME BE MISUNDERSTOOD", sono i frutti di una sorta di ribellione gentile al piatto conformismo del Regno Unito di quei tempi bui di industrializzazione selvaggia. Sembrano lontani da noi ma, per me, non lo sono per nulla!
Basta guardarsi attorno, qui a Torino, anno di grazia 2007, per notare pericolose analogie con quella Newcastle polverosa e anemica. Certo le fabbriche e il dramma di quelle vite ingoiate in un tunnel infinito non ci sono fortunatamente più: però, quante persone, oggi, si sentono incomprese, come nei versi della canzone di Eric Burdon che ho citato qui sopra? Molte, troppe!
A loro vada la mia piena solidarietà.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Anilmals e Yardbirds: quanti bei ricordi davvero! Grande Renè che ce li hai riesumati così, all'improvviso!

Anonimo ha detto...

Ah, gl'incompresi! Ora come allora hanno scatenato artisti di ogni tipo a descrivere i loro tormenti esistenziali!

RENATO BARNEY ha detto...

Certo che in quell'Inghilterra lì bastava poco a scandalizzare i benpensanti! Oggi, invece, basta solo avere il senso della famiglia, della religione, della patria per essere addittati al pubblico ludibrio!!!

Anonimo ha detto...

Eh, sì, le analogie ci sono, eccome! Solo che siamo sempre in ritardo di 10/20/30 anni rispetto alle realtà angloamericane (in verità gl'inglesi per me sono 10 anni in ritardo sugli USA!).
Il problema è che tutto questo da noi non produce nè gli Animals, nè i Beatles nè i Public Enemy. Al massimo le vibrazioni e paolo meneguzzi!
Un caro saluto - SERGIO

PS: avendo due fratelli molto più grandi di me, i 45 giri degli Animals me li ricordo in tempo reale. Soprattutto l'assolo di organo di HOUSE OF THE RISING SUN. divino! :)