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29 giugno 2006

ORGOGLIO? NO, VERGOGNA!



Marciare per non marcire: potrebbe essere questo lo slogan più appropriato per definire l’altrimenti incomprensibile decisione di manifestare, sabato 1 luglio a Torino, l’orgoglio di essere tifosi di una squadra italiana che i magistrati sportivi stanno processando per ripetute frodi sportive.
Sfileranno per le vie e per le piazze assolate di Torino migliaia di persone che, lungi dal richiudersi in casa a riflettere sulle raccapriccianti accuse mosse dalla magistratura inquirente ai rappresentanti legali dei loro beniamini, vogliono muovere a compassione la giustizia sportiva e, magari, il mondo intero: che, però, sembra distratto da questioni più serie!
Nei forum da loro condotti su Internet, dopo aver farneticato per mesi sulla loro completa estraneità alle accuse dei magistrati di Napoli, Roma e Torino, questi marciatori indomiti continuano a professare la loro incredulità verso i capi d’imputazione e le prove raccolte nei confronti della loro società.
Chi osa ricondurli alla ragione, magari invitandoli a voltare pagina, riconoscendo gli errori commessi in nome del Dio denaro dalla Triade, è ritenuto un folle visionario: d’altra parte, poverini, mettiamoci un po’ nei loro panni, sia pure per un solo istante, considerando l’acre odore del loro contenuto!
Gente abituata a vincere comunque e dovunque per anni scudetti (troppi) e coppe (quelle pochine, chissà perché?) ora smarrisce il senso della realtà e, un anno dopo la doppia retrocessione del Genoa di Preziosi dalla A alla C1 per un solo illecito commesso, considera oltraggioso ripartire da un campionato di serie inferiore.
Battersi il petto contriti per le malefatte dei vari Moggi, Giraudo, Cannavaro, Buffon, Agricola e compagnia danzante? Chiedere scusa alle altre tifoserie? Giammai! Meglio ricominciare sotto il segno di quel sostantivo, orgoglio, che normalmente manifesta solo colui che sa di aver vinto meritatamente col solo sudore della propria fronte.
Invece sabato mattina partirà dagli stabilimenti di Mirafiori l’assurda marcia di chi ha già deciso, in cuor suo, di non accettare le severe sanzioni della giustizia sportiva.
Saranno poche migliaia? Duecentomila? Mezzo milione? I numeri conteranno poco: siamo in Italia, si sa, e farsi vedere in piazza è una furbata per accalappiare il consenso dei gonzi e dei distratti, muovendo a compassione le anime belle del garantismo un tanto all’etto.
Marciate, marciate pure! Solo, cari amici bianconeri, fareste bene a chiamare le cose col loro nome. Sostituite al sostantivo “orgoglio” quello, che meglio si confa all’attualità ricorrente, di “vergogna”: solo così troverete la stragrande maggioranza degl’italiani, che odia per varie ragioni i vostri colori, per una volta solidale con voi!

L'ORA D'ARIA

ricevo e inoltro volentieri il parere di una colonna del tifo granata a Torino:
Caro Renato,
l'importante in Italia, è negare, anche l'evidenza. Così se ti portano al pronto soccorso, fatto come un cammello e travestito da donna, non è vero, ti stavi preparando per una recita parrocchiale in cui dovevi fare un ruolo da donna, hai avuto un leggero malore, chessò, una congestione e gli infermieri del 118, scambiandoti per un frocio cocainomane, ti hanno sparato una dose di narcal e ti hanno portato al pronto soccorso solo per quello. Se ti butti dalla finestra, perchè hai i cazzi tuoi di traverso, non è vero, è stato il suolo che improvvisamente si è alzato di quindici metri colpendoti mentre eri affacciato alla finestra. Se hai taroccato le ultime treecento partite, e rubato gli ultimi dieci scudetti, non è vero, sono i media che cercano di rovinare la tua famiglia. Tu sei solo una vittima di quei bastardi che non ci stavano a farsi rapinare e di tanto in tanto, malgrado gli scandalosi aiuti arbitrali, riuscivano a mettertelo in c...
Su con la vita, lasciamogli l'illusione di essere loro dalla parte della ragione. C'è un detto del football americano che dice "più sono grandi, più fanno rumore quando cadono". Ebbene, il primo luglio, al posto di marciare per le strade di Torino, si limitino ad andare avanti ed indietro sul piazzale di Mirafiori.
Così non romperanno gli zebedei ai torinesi onesti e si alleneranno all'unico tipo di movimento che potranno fare da fine processo in avanti: l'ora d'aria!
Un abbraccio - Mecu

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