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12 marzo 2006

UN TRANQUILLO WEEK END DI PAURA



Li chiamano antagonisti. In realtà trattasi di volgarissimi delinquenti che la magistratura italiana si rifiuta, con la scusa delle radici ideologiche in comune, di perseguire da anni. Si nascondono nei loro fetidi rifugi, pomposamente ribattezzati "centri sociali", e si mantengono grazie alla vendita in nero di ogni genere di beni, alimentari e non, su cui non si sognano di pagare alcuna imposta: sono evasori fiscali con l'hobby della violenza, loro! Ieri hanno messo a ferro e a fuoco Corso Venezia e Corso Buenos Aires, sotto gli sguardi allibiti e terrorizzati della popolazione.
Ma chi li finanzia, costoro? Niente meno che quell'alta borghesia milanese, amica dei Chiapas del sub-comandante - non a caso tifoso dichiarato nerazzurro - Marcos, che non si vergogna di aver a suo tempo foraggiato e protetto i movimenti extra-parlamentari di sinistra nei bollenti Anni Settanta.
A quei tempi, sui media controllati da alcuni dei loro finanziatori, questi eroi dell'allora sinistra democratica italiana usavano, per giustificare la bontà delle loro gesta, termini ora desueti come "gambizzare", "esproprio proletario", "servi del capitalismo".
L'alta borghesia di Milano che li aiutò ha sulla coscienza il sangue di decine di poveri tutori dell'ordine pubblico, sindacalisti, magistrati, giornalisti. In tanti, troppi pagarono con la vita o con l'invalidità permanente il solo torto di osteggiare la violenza innata della sinistra extraparlamentare.
Oggi invece i loro eredi, delinquenti alla stessa maniera, ma ugualmente coccolati da un partito che si chiama Rifondazione Comunista, si muovono spalleggiati da chi li mantiene fra un Martini al Sant'Ambroeus, una toccata e fuga a Portofino e un sit in anti-Cavaliere Nero in zona Bicocca.
Sabato 11 marzo, in un pomeriggio difficile da dimenticare per chi ha assistito sgomento alla loro vili scorribande, con le stesse tecniche usate già a Genova dai pacifisti Black Block gli antagonisti milanesi hanno cominciato a presentare il conto.
Di cosa? Ma delle incredibili complicità di cui godevano i loro progenitori e di cui godono attualmente loro.
Rischiano di smarrirle, però, seall'indomani delle prossime elezioni di aprile fosse confermato l'attuale Ministro degl'Interni.
Beppe Pisanu è uno che non molla! A questi teppistucoli cresciuti a pane e Marx assieme a qualche frangia impazzita della curia meneghina, a un Premio Nobel e alla sua poco gentil signora, questo politico che è sempre stato dalla parte dei difensori dell'ordine pubblico e dei cittadini onesti l'ha giurata da tempo.
I milanesi, a questo punto, sanno cosa li aspetta, nel caso volessero nascondere le loro teste sotto la sabbia del conformismo imperante: altri tranquilli week end di paura come quello di ieri.
Per impedirlo basterà loro votare "bene", sia alle elezioni politiche il prossimo 9 aprile che per il nuovo sindaco in maggio.
A tal proposito non sarebbe male se organizzassero una bella marcia pacifica sotto "certe" finestre della centralissima Via Durini, non lontano dall'epicentro dei gravi incidenti di ieri. Ai manifestanti, lavoratori e milanesi come il sottoscritto, consiglio vivamente questo slogan efficacissimo: "LETIZIA, SALVACI TU! BEDY, LEVACELI DAI PIEDI!"

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