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29 novembre 2005

MORALITA' NEL CALCIO: IO STO CON FACCHETTI!



Mai dire mai nella vita! Chi l’avrebbe detto che un giorno o l’altro della mia esistenza terrena, passata dalla più tenera età a fare un tifo a volte sfegatato per il Diavolo Rossonero, avrei solidarizzato in pieno con i nostri acerrimi rivali dell’Internazionale?
Grazie alla seguente dichiarazione resa alla stampa nazionale dall’arrogante ragioniere torinese Antonio Giraudo: ”Si parla tanto di moralità nel calcio italiano e poi c'è chi spende 120 milioni all'anno senza vincere nulla” ho letto con ammirazione sincera quanto Giacinto Facchetti, presidente e grande campione dei cugini ai tempi del Mago Helenio Herrera, ha replicato per rinfrescargli la memoria.
“Per quanto riguarda l'immoralità di cui parla Giraudo, non può essere immorale chi spende soldi propri e non credo che debba spiegare io a Giraudo quali sono le cose veramente immorali del calcio italiano, lui dovrebbe conoscerle bene”.
Grazie infinite, caro Giacinto, per aver rispedito così bene al mittente accuse che si scontrano con una realtà, quella in cui opera appunto il Giraudo, non troppo trasparente.
Parlo di una società i cui armadi sono strapieni di scheletri imbarazzanti da mostrare in pubblico.
Facchetti si riferisce non solo allo scandalo EPO degli anni dal 1994 al 1998, che coinvolge direttamente il Giraudo medesimo e su cui si pronuncerà a breve la magistratura di secondo grado, ma anche al doping finanziario in voga negli anni non troppo belli in cui la FIAT del dopo-Ghidella adoperava, col silenzio assordante dei media a lei asserviti, il denaro di noi contribuenti.
Questo denaro non venne utilizzato per salvare posti di lavoro, messi in pericolo da investimenti tutt’altro che strategici per il comparto dell’auto.
Mi riferisco alle partecipazioni nei vari Corriere della Sera, Gemina e in tanti altri esempi di finanza creativa che di creativo, in fondo, hanno avuto solo la stratosferica moltiplicazione dei debiti.
In quel tempestoso frangente della sua storia la FIAT, per mano dell’Avvocato Gianni Agnelli, non disdegnò certo di acquistare giocatori di grido per la controllata squadra di calcio: al grido di “panem et circenses” i vari Platini, Boniek, Laudrup, Cabrini e compagnia calciante vennero comprati con soldi della cui origine il Giraudo, con faccia tosta pari alla ben nota spregiudicatezza di chi lo circonda, fa mostra di non ricordare.
Ora, mentre Torino si ritrova le Olimpiadi 2006 e i lavori della TAV come unica via d’uscita da una crisi occupazionale spaventosa, ci voleva un grande sportivo per di più milanese, non certo un esperto in economia finanziaria, a chiudere il becco del parvenu di Corso Galileo Ferraris.
Pecunia non olet, se lo ricordi bene la prossima volta che aprirà di nuovo bocca, caro ragioniere nonché ex monsù travet di Via Filadelfia angolo Corso Sebastopoli!

1 commento:

Edo ha detto...

Ciao Renato,
non so da quant'è che hai messo sul tuo blog il link al mio (quello in dialetto osimano), comunque io l'ho visto solo adesso e ti ringrazio tantissimo!
Sò ccuntento de sapé che 'l dialetto de nuàltri d'Osimo je piace pure a ccalchidù da fòra!
Ciao!