24 settembre 2005
UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA POPOLARE
Con la nomina da parte del nostro ineffabile presidente della Repubblica a senatore a vita, Giorgio Napolitano crede di essersi gettato alle spalle una delle più grosse malefatte che possano essere addossate ad un uomo politico delle istituzioni, quale a sinistra i suoi esegeti vorrebbero dipingerlo.
Noi che abbiamo invece una memoria da elefante ricordiamo con malcelato disprezzo le invasioni delle periferie delle principali metropoli italiane da parte di delinquenti albanesi, rumeni, algerini e marocchini durante la permanenza del suddetto onorevole ex comunista al Viminale.
Presidente del Consiglio, non dimentichiamolo, era l'attuale capo dell'opposizione, Romano Prodi.
Quante coop, onlus, comitati spontanei, centri sociali nacquero in quegli anni ruggenti per soccorrere queste mammolette di specchiatissime virtù morali nel nome del più bieco terzomondismo? "Più di millanta, che tutta notte canta!" per usare un'espressione colorita del pittore trecentesco Buffalmacco, contemporaneo del Boccaccio.
In quei tempi non lontani il suddetto Napolitano, col piglio severo del proprietario di un'impresa di pulizie che, per dimostrare di aver svolto bene il suo lavoro, nasconde le tracce della mondezza sotto ai tappeti del suo datore di lavoro, reggeva impavido il loro gioco.
Intendo dire il gioco di coloro che, entrati nella nostra disgraziatissima penisola da teppistelli di quartiere, si sarebbero via via trasformati, all'inizio del nuovo secolo, in cellule del terrorismo fondamentalista islamico.
E' la piaga dell'ordine pubblico cui si sta opponendo oggi con successo quello straordinario e lungimirante uomo politico che è invece l'attuale ministro degl'Interni, Beppe Pisanu.
Ebbene Carlo Azeglio Ciampi, premiando malgrado simili nefandezze l'uomo delle istituzioni Napolitano, di fatto fonda a tutti gli effetti l'Italia che andrà a nascere nel prossimo mese di maggio: una repubblica democratica popolare, di quelle in voga, prima della caduta del Muro di Berlino, oltre la famosa cortina di ferro.
Una bella responsabilità, caro Presidente: o non preferirebbe essere chiamato, dopo questa sua scelta così accorta, … compagno Presidente???
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