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06 dicembre 2004

GRAZIE A PRODI ...

Il professor Romano Prodi guida per ora l'opposizione al governo di centrodestra in carica dal maggio del 2001. Si tratta di un variegato schieramento che va dagli udeurrini di Clemente Mastella ai disobbedienti nichilisti di Casalini e Caruso: personaggi la cui comunanza di ideali si riduce all'odio sconfinato per il Cavaliere Nero di Arcore.
Mi sento solidale verso quei "mille mercenari" che l'ineffabile ex presidente dell'IRI ai tempi, per lui poco gloriosi, di Mani Pulite ha apostrofato sprezzante durante un'assemblea fra militanti del centrosinistra.
Questi ragazzi, autentici liberali e cattolici e perciò iscritti a Forza Italia, sono chiamati a fare politica vera all'interno di un movimento dimostratosi finora sordo ai desideri dei suoi elettori. Non campano d'aria e hanno diritto a guadagnarsi il pane, come si usa da sempre nelle nazioni democratiche che si rispettino.
Loro, come il bravo Mattia Feltri ha sottolineato su Libero di sabato, non godono di distacchi sindacali, di bonus da spendere subito in vacanze-premio nelle più amene località del globo terracqueo, o di borse di studi attribuite loro da qualche fondazione, bancaria o no, amica. I mille che non piacciono al Santo Inquisitore di Nomisma non reggono l’abbecedario ai segretari di micropartitini dell’estrema sinistra, non fanno flanella nella redazione locale dell’Unità o presso case editrici compiacenti, e nemmeno fingono di lavorare in sottoscala cammuffati da centri studi intestati al santo XY o a al partigiano WZ.
Ma Prodi ha creduto di insultare ugualmente questi giovani con una spocchia degna di un curato di campagna, inaciditosi giorno per giorno data la sconvolgente bruttezza della perpetua assegnatagli dalla curia.
Non è un caso che la prima a solidarizzare con lui dopo la sua infelice frase contro questi ragazzi sia stata una certa Rosi Bindi!
Prodi, in effetti, ricorda molto Comunardo Niccolai, stopper del Cagliari scudettato nel lontano 1969/70 celebre per aver segnato in carriera una trentina di autoreti.
Per celebrare questa sua ultima, incredibile autorete, nel mio piccolo, ho deciso di definirmi anch'io "mercenario" come i mille giovani di Forza Italia. In risposta al suo assurdo dileggio, io e molti amici ci sentiamo adesso profondamente “mercenari”.
Per distinguerci da quelli come il professor postdossettiano più antipatico d'Italia, questo ed altro!

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