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06 settembre 2004

IL MONDO DIVISO IN TRE

“Da una parte stanno gli assassini, le jene, quelli delle Twin Towers, di Madrid, quelli che hanno fatto esplodere due aerei in Russia, quelli che hanno fatto esplodere due autobus in Israele, quelli che hanno ucciso undici poveri nepalesi e sgozzato il dodicesimo in Iraq, quelli che hanno preso in ostaggio 1500 persone in Ossezia , paese di cui nessuno conosceva l'esistenza fino a tre giorni fa quando le jene sono entrate in una scuola, l'hanno imbottita di esplosivo, hanno ammazzato bambine dopo averle stuprate, hanno ucciso centinaia di persone. Donne terroriste che uccidono bambini e donne come loro, donne-bomba che si fanno esplodere per impedire che scappino e per accopparne il maggior numero possibile. Donne-jene, spaventose, fanatiche, bestiali , che guardano gli stupri, che partecipano attivamente alle stragi. Un esercito di donne-mostri che ammazzano, naturalmente velate, per onorare i loro mariti. Tra i terroristi di Beslan c'erano degli arabi e questo deve far pensare perche' significa che Bin Laden e la sua ideologia ci stanno assassinando. Questa e' la parte demoniaca del mondo, quella che da 60 anni fa vivere a Israele l'inferno e che adesso sta facendo provare all'intero occidente la tragica esperienza israeliana.
I demoni, le jene, gli assassini che vogliono conquistare il mondo con i loro metodi e con la loro mentalita' ferma a 500 anni fa quando impalavano la gente che gli dava fastidio. Oggi non impalano per il semplice motivo che sarebbe un sistema troppo lento per ammazzare troppo poca gente, oggi vogliono le stragi e usano la tecnologia dell'odiato occidente per sterminare quanti piu' esseri umani possibile. Quanto e' accaduto in questi giorni in Russia mi ha riportato alla memoria la strage di Maalot in Israele, nel 1975. Anche allora le jene del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina entrarono in una scuola israeliana, presero in ostaggio i bambini e gli insegnanti e li ammazzarono senza pieta'. I superstiti raccontarono che queste bestie raggiungevano i bambini che si nascondevano urlanti sotto i banchi o scappavano nei gabinetti e gli sparavano a bruciapelo. Oggi come trent'anni fa, come trecento anni fa, come mille anni fa, gli infami non sono cambiati.
L'altra parte del mondo, la seconda, e' quella dei loro sostenitori, di quelli che li giustificano "e' colpa dell'occidente", di quelli che li chiamano guerriglieri, militanti, che li ammirano, che fanno manifestazioni alzando alte le loro bandiere di morte, che urlano "palestina libera e islamica, kill the jews, Israele boia", che scrivono sui loro tazebao "Una, cento, mille Nassirya" parafrasando "Una, cento mille Aushwitz". Quelli che oggi incolpano spudoratamente Putin e i soldati russi per assolvere ancora una volta la barbarie araba. Questa e' la loro cultura, la cultura di Aushwitz, la cultura di morte, dei forni, del fuoco degli aerei esplosi , degli autobus polverizzati pieni di bambini ebrei, delle Towers implose in un inferno di di fiamme, polvere e cadaveri. Il fuoco e' ricorrente.
Come possono? uno si chiede. Come possono giustificarli? Cosa hanno nella testa che gli fa dire "non e' vero che vogliono conquistare l'occidente", quale tipo di depravazione li sta divorando?

Infine l'ultima parte del mondo, la piu' esigua. Sto parlando di me e di quelli come me, definiti razzisti e fascisti dalle prime due parti in questione. Noi i razzisti, gli antiarabi, quelli che non credono in un islam moderato e mai visto, noi guardati con odio e con sospetto , con disprezzo dai sostenitori delle jene. Noi che piangiamo per le vittime, noi che ci disperiamo per i bambini sanguinanti portati fuori in mutande, cadaverini anche quelli vivi, dopo tre giorni di fame e sete.
Maledetti, noi diciamo ai loro assassini e torturatori. Maledetti, noi diciamo agli assassini degli ebrei di Israele. Maledetti, noi diciamo a chi sgozza la gente in Iraq. Maledetti, noi diciamo a chi ammazza, stupra, taglia a pezzi i neri animisti dell'Africa. Maledetti, maledetti. Noi i cattivi perche' malediciamo le jene e la loro cultura di morte. Noi i fascisti perche' rinfacciamo ai santi pacifisti di manifestare solo contro Israele e l'America. Noi i razzisti perche' ci ribelliamo al fuoco dell'inferno che ci brucera' tutti. Quelli che urlano "kill the jews" e "America e Israele boja" e sfilano con le bandiere palestinesi e irakene (l'Iraq di Saddam), sono invece considerati i buoni , i progressiti, i liberali perche' organizzano boiate come "cento metri per la pace- Solidarieta' per i carcerati palestinesi- Gare in bicicletta per la Palestina- Marce per la pace ad Assisi", perche' fanno cortei, vergognosi cortei, dileggiando la gente innocente bruciata, sgozzata, polverizzata. Buoni e progressisti perche' odiano l'occidente nel quale sono nati e di cui godono le comodita'. Odiano se stessi e si sentono grandiosamente generosi.
Il mondo e' diviso in tre parti, se vincera' la prima allora sara' uno e assassino. Non dimentichiamo i bambini di Beslan uccisi dai mostri vestiti di nero.”
Deborah Fait / 6 settembre ’04

L’articolo che avete appena letto, tratto da www.informazionecorretta.com, sintetizza alla perfezione quel diffuso senso di nausea che mi opprime dal triste giorno del massacro in Ossezia. Non basta scaricarsi la coscienza accendendo una candelina e ponendola sul davanzale delle nostre abitazioni: bisogna reagire, altrimenti la sorte che toccherà a noi, pigri occidentali vuoti come zucche, sarà quella paventata dalla mia cara amica Deborah!


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