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16 maggio 2004

SWIFT E LA LIBERTA’ DI CULTO

“Noi, uomini di tutte le razze, abbiamo religioni a sufficienza per farci odiare, ma non a sufficienza per farci amare l'un l'altro”
Jonathan Swift (Dublino 1667 - Dublino 1745), polemista e saggista insigne, visse in tempi difficili quasi come gli attuali. Si distinse, oltre che per il suo capolavoro satirico “I viaggi di Gulliver”, per la sua lotta senza quartiere a favore dell’indipendenza del popolo irlandese. Negli ultimi anni della sua esistenza tormentata fu colto da una violenta forma di misantropia. Alla sua morte decise di donare tutti i suoi beni per la creazione di un manicomio.
Al di là delle sue eccentricità, un nostro contemporaneo degno di raccoglierne il testimone, come statura e dirittura morale, è Magdi Allen, vice direttore del Corriere della Sera.

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