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18 marzo 2004

PER (DIS)GRAZIA RICEVUTA

Sollecitato da più d’un amico ad esprimermi sulla solenne bocciatura ieri alla Camera della proposta di legge Boato, subito mi viene in mente il racconto del grande scrittore irlandese George Bernard Shaw: “Androclo e il leone”.
Orbene, Androclo era un povero ma intelligente e coraggioso viandante che, alle viste di un leone pronto a sbranarlo, non perse il controllo di sé ma andò prontamente a soccorrerlo, barattando la propria salvezza con l’aiuto dato al re degli animali ad estrarre una noiosissima spina conficcatasi tra i suoi artigli.
Marco Boato, esponente di centrosinistra nonché componente della Commissione Giustizia della Camera, era da mesi venuto in soccorso ad una maggioranza, divisa e tremebonda sul tema della grazia ad Adriano Sofri, con una sua proposta che, in pratica, emendava la coalizione di centrodestra dal presentarsi, di fronte al proprio elettorato più retrivo e giustizialista, come responsabile della liberazione di un condannato all’ergastolo.
Una spina non da poco che, conficcatasi nelle menti ottuse di chi non vuol riconoscere il valore salvifico del perdono in un caso tanto discusso come quello dell’ex direttore di Lotta Continua, Boato avrebbe estratto una volta per tutte proprio ieri con la sua legge, se approvata da una maggioranza trasversale e quindi non ideologica.
Ma il leone di Palazzo Madama, vale a dire la maggioranza presente ieri al momento del voto, ha preferito incredibilmente tenersi il dolore della spina fra gli artigli ormai spuntati.
Mai che a nessuno di lor signori della cosiddetta Casa delle Libertà sia venuto in mente, in questi lunghi mesi di inutile lavoro con il povero Androclo-Boato, di depersonalizzare la legge in questione suggerendo, anzi imponendo al ministro Castelli, di graziare assieme a Sofri, ad esempio, Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, Luigi Faccia e XY, poverocristo in galera da anni perché vittima dei meccanismi perversi della malagiustizia nazionale.
Così ora, invece dei commenti a denti stretti favorevoli per la liberazione di Adriano Sofri, ci toccherà ascoltare, provenienti da esponenti della ben nota lobby post azionista e post cattocomunista dal nome rassicurante di “Società Civile”, gli alti lamenti sulla destra forcaiola.
Ha ragione da vendere Giuliano Ferrara a dissociarsi da questo tragico errore dell’amico (ma ancora per quanto?) Berlusconi: il premier subirà un’emorragia di voti e consensi difficilmente quantificabile alle prossime elezioni europee, tutto per colpa di una maggioranza parlamentare composta, come alla Corrida di Jerry Scotti, da dilettanti allo sbaraglio.
Infatti, con Adriano Sofri e le altre persone che ho citato prima chiuse a doppia mandata nelle rispettive carceri, per l’attuale opposizione di centrosinistra sarà un gioco da ragazzi presentarsi all’opinione pubblica come muro invalicabile di fronte ai soliti, impresentabili destrorsi italici. Una disgrazia, quest’ultima, volutamente ricevuta da chi non ascolta mai i consigli di chi è più saggio, come appunto il Cavaliere fa con Ferrara, da tanto, troppo tempo!

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