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17 marzo 2004

ASCESA E MORTE DI UN DIO DEL JAZZ

New Jersey, USA, anno di grazia 1964. Qui, in uno scantinato anonimo di un condominio altrettanto anonimo John, Mc Coy, Elvin e Jimmy, quattro giovani musicisti di colore con la passione per il jazz incidono, dopo giorni e notti insonni di innumerevoli prove, il capolavoro imprescindibile, il must che ogni vero collezionista di questo genere musicale preserverà gelosamente dall’incuria del tempo.
“A LOVE SUPREME” è una suite in quattro magici tempi per sassofono, pianoforte, batteria e basso frutto del genio inquieto che porta il nome di John Coltrane. La ricerca spasmodica di una religiosità in perpetua simbiosi con la sua musica fa di questo artista un mahatma del jazz, e coloro che ebbero la fortuna di suonare assieme a lui le magiche note di questo album – vale a dire gli altrettanto grandi Mc Coy Tyner, Elvin Jones e Jimmy Garrison – ne furono poi segnati nel prosieguo delle loro carriere.
Gratitudine eterna, da parte delle nuove generazioni che amano il jazz e vogliono appropriarsi delle sue radici culturali, vada a Rudy Van Gelder, tecnico del suono nello studio alias scantinato dove si svolsero le registrazioni nel lontano 1964.
Rudy ha stanato dagli archivi francesi dell’Institut National de l’Audiovisuel l’unica esibizione live della suite di Coltrane e soci, l’ha abilmente remasterizzata facendola pubblicare nel 2002 dall’etichetta DELUXE EDITION.
"Voglio essere una forza veramente per il bene." disse Coltrane in uno dei rari momenti di lucidità, poco prima di morire nel 1967, vittima come tanti suoi colleghi dell’uso smodato di eroina. "In altre parole, so che ci sono forze cattive, forze che portano sofferenze e miserie al mondo, ma voglio essere una forza che è sinceramente per il bene."
Ascoltare per credere, amici miei, in tutti i sensi!

ipse dixit

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