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20 novembre 2003

SCALFARI DOCET

"Chi sacrifica deliberatamente la propria vita per distruggere vite altrui si può definire, spietato, diabolico, cieco, disumano, ma non vile. Vile è chi scappa, non chi si immola al proprio fanatismo".
Così, in una recente omelia sul quotidiano REPUBBLICA, il suo fondatore e padre putativo, Eugenio Scalfari, ispirandosi forse al suo passato invero poco glorioso di ex aderente alla Repubblica Sociale di Salò, tenta di giustificare le varie forme di terrorismo presenti oggi sul pianeta terra.
Poi prosegue, impavido: “"La sola via d'uscita non è, oggi, ritirare le truppe e irachizzare (?!?) la crisi, ma distinguere un terrorismo dall'altro, distinguere le loro particolari motivazioni, dare spazio a quelle accettabili nei limiti della loro accettabilità, non presumere di portare la nostra democrazia laddove non esiste il terreno sociale e antropologico perché attecchisca, favorire lo sviluppo economico di quelle regioni ricchissime e miserabili".
Dai “compagni che sbagliano” ai “kamikaze che sbagliano”, caro Barbapapà, stavolta le hai davvero sparate grosse!!!

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