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09 settembre 2003

QUELLA GENTE LA’ . . .

Jacques Brel, artista di una sensibilità unica nel cantare le piccole miserie del vivere quotidiano, mi viene in soccorso col titolo di questa ballata magistralmente interpretata, nella sua versione in italiano, dal “piccolo grande uomo” della canzone nostrana, Bruno Lauzi.
Quella gente là, oggi, sono gli industriali che, in primis Umberto Agnelli, hanno attaccato le scelte economiche del governo Berlusconi in quel di Cernobbio.
Costoro, quando si vedono lesi nel loro interesse, s’infuriano vedendo le magre risorse finanziarie disponibili nelle casse pubbliche dirottate a sostegno dei redditi medio-bassi e dei consumi delle famiglie piuttosto che in soccorso della loro produzione.
Il paradosso è dunque che l’ex “governo degli industriali” di Silvio Berlusconi, fortemente sponsorizzato due anni fa da Confindustria, è ora diventato il governo degl’impiegati e dei pensionati.
Ci sono ben pochi soldi da distribuire nell’era della globalizzazione e la Casa delle Libertà li vuol adoperare nel modo più redditizio sul piano del consenso: dare poco a molti, piuttosto che dare molto a pochi. E’ vero che incentivare i consumi non basta a rilanciare le vendite delle industrie italiane, perché nessuno può vietare al signor Rossi di acquistare prodotti stranieri con i soldi ricevuti a sostegno dei suoi consumi: ma questo, per fortuna, è il capitalismo liberista.
Quella gente là, cioè i signorotti imprenditori italiani, da sempre in proprio ma solo con soldi altrui (banche et similia!), nemmeno sa cosa sia questo capitalismo, abituata com’è a decenni di aiuti e salvataggi più o meno disinteressati da parte dei politici della Prima Repubblica!
Che il Cavaliere di Arcore ed il suo fido tesoriere d’origine agordina glielo insegnino una volta per tutte, adesso!

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