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23 settembre 2003

LE ANIME MORTE ... RISORGONO SEMPRE!

A mio parere NIKOLAJ GOGOL è, tra i grandi romanzieri russi, il più vicino alla nostra mentalità italica.
Nella sua opera più famosa, “LE ANIME MORTE”, edita in Italia da Rizzoli, giganteggia a bordo di una carrozza un po' sgangherata uno strano personaggio di nome Cicikov.
E’ un tipo per molti versi farsesco, ha la marsina color mirtillo, pieno d'immaginazione e con un'attitudine epica alle bugie: attraversa una Russia senz'anima, dove il degrado economico e sociale causato da una burocrazia inamovibile si trasforma in un dramma dai risvolti inquietanti.
Il suo scopo dichiarato? Raggiungere la sonnolenta città di N., inghiottita dalla vastità della pianura russa, per acquistare le “anime morte” - i nomi dei servi della gleba defunti ma ancora iscritti nei registri della pubblica amministrazione russa dell’epoca - truffando così terre e denaro allo Stato.
GOGOL racconta la nullità dell'uomo moderno, facile preda di squallore e corruzione, e attraverso pagine memorabili descrive il maldestro Cicikov, sulla sua carrozza, mentre si perde per strada, anche grazie all'involontaria complicità del cocchiere Selifàn, vittima dei fumi dell’alcool, che lo guida verso i controversi misteri in cui si annida l'inquietudine umana.
Quanti Cicikov e quanti Selifan ci capita d’incontrare nella nostra penisola, a lungo ostaggio degli epigoni del compromesso storico e oggi in attesa delle riforme improrogabili promesse dal centrodestra?
Prendiamo il caso di un certo Vito Masi, giudice presso il tribunale di Rossano Calabro (CS), recentemente trasferito dal CSM all’unanimità per incompatibilità ambientale.
Nei suoi due anni di lavoro, ben retribuito come quello di tutti i suoi colleghi magistrati dallo Stato, il nostro eroe non aveva mai scritto le motivazioni di ben 366 sentenze, impedendo così alle parti in causa di esercitare il diritto d’impugnazione e favorendo in molti casi la prescrizione di reati gravissimi.
Che dire poi della giunta comunale di ROMA, decisa ad opporsi in tutti i modi all’attuazione del decreto che sancirà la vendita a prezzi di mercato di 3.000 alloggi di pregio ad un valore di circa 3.500 euro al metro quadro?
Di quali alloggi sto parlando? Ma delle mitiche “porzioni immobiliari” di ben 84 edifici di proprietà pubblica (cioè di INPS, INAIL, INPDAI, INPDAP, ENPALS e IPSEMA) sparse nei centri storici della capitale e di altre città italiane:quest’immobili, dando origine allo scandalo denominato AFFITTOPOLI, sono occupati in prevalenza da burocrati, sindacalisti, politici dietro la corresponsione di affitti ridicoli.
L’AGENZIA DEL TERRITORIO, dipendente dal MINISTERO DELLE FINANZE, vorrebbe esercitare il sacrosanto diritto di cartolarizzare, vale a dire di vendere al miglior prezzo possibile, tali immobili, lasciando un diritto d’opzione a chi finora li ha abitati: ma il “resistete, resistete, resistete” di borrelliana memoria si propaga rapido fra le schiere dei burocrati in questione, sull’orlo di una crisi di nervi all’idea di dover pagare d’ora in avanti quanto dovrebbero la propria abitazione.
Troppi davvero, questi Cicikov e Selifan de’ noantri!
Anche se, a differenza della grande madre Russia, abbiamo patito nel corso di questi anni qualche milione di morti in meno ed abbiamo eletto democraticamente, tranne che nel periodo fascista, i governanti passati e presenti: coloro, cioè, che in modo più o meno consapevole hanno favorito il successo dei “nostri” Cicikov e Selifan!

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