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25 maggio 2008

EDUCAZIONE CIVICA: PER CHI?


"Penso che sia necessario ripristinare nelle scuole l’ora di Educazione Civica che deve essere un momento in cui i giovani riscoprano l’appartenenza allo Stato e in cui si avvii una partecipazione attiva alla comunità di cui facciamo parte": queste le prime parole rivolte in pubblico dal nuovo ministro della Pubblica Istruzione Maria Stella Gelmini. Perfettamente d’accordo con lei, ministro, ma è davvero sicura che, prima ancora dei loro allievi, non debbano essere molti insegnanti italiani a ripassare questa materia?
Fra loro pullulano individui che, durante l'orario delle loro lezioni, lasciano le aule incustodite e si catapultano nella sala dei pc per utilizzare la connessione Internet della propria scuola. Come? Ma scaricandosi file chilometrici, giocando in borsa on line, chattando su siti pornografici oppure su indymedia, prenotando le sospirate vacanze estive, utilizzando in svariati modi la stampante non di loro proprietà! Per il codice civile italiano questo sarebbe un reato che ha un nome preciso: peculato.
Sono gli stessi individui che, quando si tratta di fare il mestiere per cui sono pagati, cioé valutare obiettivamente la preparazione dei propri allievi, si comportano come i compilatori dei sistemi delle schedine del Totocalcio. A casaccio assegnano 7, 8 o addirittura 9 a ragazzi che a malapena hanno sfogliato i libri di testo e che, quindi, verranno promossi a fine anno senza aver effettivamente studiato le loro materie.
Si lamentano di essere sottopagati, i poverini, ma guai se qualcuno prova a parlare loro di aggiornamento professionale, di etica comportamentale, di maggior impegno verso il loro datore di lavoro, cioè lo stato! Si arrabbiano di brutto rivolgendosi alla trimurti sindacale che, fino ad ora, li ha difesi da ogni possibile sanzione. No al nozionismo, sì al fancazzimso! I corifei del pauroso livellamento in basso della scuola italiana hanno adottato questo slogan da anni. Come quei cittadini napoletani che si rifiutano ancora oggi di capire cos'è e perchè si deve fare la raccolta differenziata dei rifiuti, molti insegnanti della scuola pubblica italiana non vogliono capire che la legge dev'essere uguale per tutti: quindi anche per loro! O si adegueranno al giro di vite previsto tornando a fare seriamente il proprio mestiere e rinunciando a commettere reati, o la società civile farà a meno di loro. In che modo? Nella migliore delle ipotesi mettendoli in mobilità: nella peggiore licenziandoli in tronco! Si ricordi, ministro Gelmini: ripristinare la certezza del diritto nelle aule scolastiche sarebbe la miglior lezione possibile di educazione civica per i nostri poveri studenti!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Analisi sferzante ma fondamentalmente esatta la tua, caro Renato! E' proprio nelle scuole che si annida lo zoccolo duro dei fannulloni: speriamo che Brunetta e soci raddrizzino loro la schiena!
Un abbraccio - Paride

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

Interessante il vostro blog, passerò ancora a leggere i post
buona giornata da Tiziano

Francio McLintock#5 ha detto...

Viceversa in Ateneo spopola la cordialit� e la professionalit�!!! ritardi,assenze,e appelli con il contagocce e sguardo dall'alto verso il basso!! si paga ehhh,ci mancherebbe!!!