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11 febbraio 2008

VIAGGIO A CONWY


Immaginatevi un tiranno. Un bieco oppressore di popoli che, pur di evitare qualsiasi contatto con loro, paga profumatamente il più valente architetto della sua epoca perché costruisca solo per lui fortezze inaccessibili. Ebbene i due personaggi in questione, nell’arco di soli sei anni fra il 1283 e il 1289, imitarono senza saperlo gli antichi faraoni d’Egitto costringendo con le minacce gli abitanti di un territorio appena conquistato a edificare, uno dopo l’altro, tre castelli quasi comunicanti fra loro. Mettetevi in viaggio per il selvaggio Galles e, di questi tre, venite ad ammirare il più famoso. Guidando in tutta comodità per le splendide strade del Regno Unito, dirigetevi là dove il genio perverso di due uomini crudeli e raffinati, il tiranno ed il suo architetto preferito, hanno concepito un capolavoro. Siamo a Conwy, estremo settentrione della penisola britannica nella regione denominata Snowdonia. Dove la terraferma termina proprio di fronte a una meravigliosa baia da cui si vedono nitidamente le coste della vicina Irlanda, c’è un castello, anzi: il Castello!
Edoardo il Plantageneto e messer Enrico di Elreton, il tiranno e l’architetto, avevano uno scopo ben preciso: soffocare sul nascere ogni anelito di libertà nei nuovi sudditi, i Sassoni e i Celti. Scolpito nella caratteristica pietra locale, questo castello è un’opera davvero imponente che domina dall’alto un villaggio di pescatori da un lato e una splendida baia dall’altro. E’ un’imponente costruzione che doveva incutere terrore solo a guardarla. I Celti e Sassoni dovevano lentamente annullare la propria identità sotto il giogo dei nuovi conquistatori: gli Angli e i Normanni.
Armigeri dallo sguardo severo vigilavano giorno dopo giorno sull’incolumità del loro sovrano. Mandrie di pecore condotte dai loro pastori si arrampicavano sulle dolci colline circostanti mentre la baia si popolava, ogni tanto, di barche e battelli alla ricerca di un mercato dove scaricare il pesce appena pescato. All’interno si udiva un susseguirsi disordinato di grida, risate, pianti e invocazioni nel duro idioma parente lontanissimo dell’inglese forbito di Chaucer o di Shakespeare. Nelle segrete stanze del castello chissà quanti amori clandestini erano consumati, quanti inganni sapienti orditi, quanti misteriosi delitti perpetrati in nome o per conto di Edoardo e della sua proverbiale ferocia!
Le torri merlate sembrano incantate. Dalla loro sommità potrete godere di una vista incantevole: Conwy è oggi una ridente località di villeggiatura che ospita in prevalenza gli abitanti delle grandi città del Nord d’Inghilterra nei week-end. La ferrovia sottostante, la prima creata per ospitare l’invenzione di Robert Stephenson, serviva a trasportare il ferro raccolto dai minatori nel XVIII secolo alla capitale Londra. Con un po’ di pazienza scorgerete una tenera famigliola di cigni che placidamente vaga sulle acque di un ruscello che costeggia le mura.
Bambini che si rincorrono fra le imbarcazioni attraccate, un vecchietto che fuma trasognato la sua pipa guardando nel vuoto, il clacson inconfondibile di una Mini Cooper, un cielo terso che ha la stessa tonalità di blu intenso del mare. A distanza di secoli, un simbolo della tirannia è diventato un angolo di paradiso terreno: strana davvero la vita!

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