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19 settembre 2005

MILAN IN CRISI? ANCELOTTI HA GRAVI COLPE!



Le sconfitte brucianti con cui noi milanisti abbiamo chiuso la scorsa stagione hanno lasciato il segno a Milanello? Sembra proprio di sì.
Ieri a Genova abbiamo perso la prima partita in campionato contro una signora squadra, la Sampdoria, allenata in modo egregio ma con uomini e mezzi francamente inferiori ai nostri da Walter Alfredo Novellino,indimenticato ex rossonero degli Anni Ottanta.
Il suo centravanti Bonazzoli ha confessato nel dopopartita: "Sapevamo che il Milan aveva grossi problemi sui calci piazzati, ecco perché a turno ognuno di noi cercava di stare defilato".
Il centravanti, dico, non un difensore che sfrutta l'elemento sorpresa!
Questo non è che un dettaglio in una prestazione negativa che ne segue un'altra, quella col Fenerbache, salvata in extremis dalla classe immensa dei nostri unici, veri campioni: Kakà e Shevchenko.
Per inciso ieri l'altro nostro grande campione, Alessandro Nesta, si riposava in panchina: un ulteriore vantaggio di cui i lanciatissimi blucerchiati hanno sapientemente approfittato.
A centrocampo teniamo la palla con un tic e toc degno dei tempi del Barone Nils Liedholm: ma quelli erano altri tempi, oggi corrono tutti come spie, quindi ...
Quindi, con l'assillo continuo del pressing di avversari che ci conoscono ormai a memoria, una volta perso il pallone, si aprono le cateratte!
C'è sempre e solo un incontrista - Ringhio Gattuso o Massimo Ambrosini - a dover chiudere su tutti, mentre i signorini atipici - leggi l'ormai insopportabile Seedorf di questo ultimo periodo - fanno finta di rincorrere l'avversario diretto e dalla panchina qualcuno, ineffabile, grida addirittura a Kakà, a Gilardino o a Shevchenko di rientrare più spesso: da non credere!
Dallo sciagurato incontro-spareggio di campionato della scorsa stagione in poi, nessuno in Via Turati e dintorni ha compreso che i mali di questa nostra squadra risiedono principalmente nell'appagamento frustrante di un solo responsabile.
Lui è pagato per guardare negli occhi i suoi giocatori, lui è pagato per disegnare le tattiche di gioco, lui è pagato per affrontare al meglio gli avversari di giornata.
Lui in fase di mercato, alla luce dei memorabili 6 minuti di Istanbul, avrebbe dovuto imporsi con "Zio Fester" Galliani in estate esigendo nuovi difensori.
Lui infatti allena i vari Stam, Simic, Maldini e Kaladze.
Lui aveva l'obbligo di rafforzare il centrocampo che, troppe volte la scorsa stagione, è andato in sofferenza contro squadre schierate a 5 o, come il Liverpool a Istanbul, addirittura a 6.
Lui è quello che fa sempre giocare il già citato Clarence Seedorf, suo pretoriano irrinunciabile, quando la posta in gioco, come ieri, sarebbe alta.
Lui dovrebbe trarre le conseguenze di queste e di altre gravi omissioni.
Caro Carlo Ancelotti: grazie a te per le grandissime vittorie del magico biennio 2003/2004 ma, ora che hai perso il controllo dello spogliatoio, non abusare della nostra pazienza: fai le valige al più presto!
Torna piuttosto a Reggiolo e alla tua splendida azienda agricola! Altrimenti questa, invece di essere una normalissima stagione di transizione, diventerà presto un autentico calvario per te, abituale yesman di decisioni prese da altri, e soprattutto per tutti noi, rossoneri sparsi in tutto il globo terracqueo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Più che il controllo dello spogliatoio, secondo me a Ancellotti manca la grinta e il carisma che cambia le cose nei momenti difficili.
E' un buonista, subisce il destino cinico e baro, va bene solo quando tutto gira giusto.

Mi pare chiaro che il problema del Milan è psicologico più che fisico o di classe o di capacità: nessuno si fida più di nessuno in fase di difesa (in fase di: il problema non riguarda solo i difensori), stanno tutti fermi, si guardano tra loro invece di guardare gli avversari.

Servirebbe uno capace di dare una scossa, lui invece continua a pensare che basterà una registratina ... mah.
ciao, Abr