Distintivo di Facebook

Profilo Facebook di Renato Tubere

29 marzo 2004

CRONACA DI UN RAPIMENTO ANNUNCIATO

Un mattino di un qualsiasi giorno di primavera, davanti al portone di una scuola elementare o media, in una grande città post–industriale del Nord–Italia, una telecamera opportunamente nascosta riprende scene di vita vissuta tratte dalla commedia umana alle soglie del Terzo Millennio. Un signore anziano come tanti, elegante però nel suo portamento, vestito senza troppi sfarzi, dà la mano a una ragazzina dai capelli biondo cenere, allegra in apparenza, che di colpo abbandona lo zaino fra le braccia del suo canuto accompagnatore perché ha visto l’amica del cuore: la compagna di banco a cui confidare qualcosa di complice piacevolezza, espressamente riservato solo ad un’altra coetanea. Il nonno pare rimanere indifferente al comportamento della nipote, sorride con una smorfia incontrando lo sguardo frenetico e distratto di altri genitori e nonni ormai da tempo immemore delegati al parcheggio scolastico della nuove generazioni. La ragazzina biondo cenere ride adesso, con un sussulto si volta verso il nonno e, nel riprendersi il fardello delle quotidiane fatiche, lo abbraccia frettolosamente, attratta ormai ineluttabilmente dal suono della campana.
L’anziano signore – tempo qualche minuto – resta praticamente solo in strada. Esita, osservando un crocchio di persone (genitori o insegnanti) a pochi metri da lui. Estrae qualcosa dalla tasca, la telecamera indaga con un primo piano.
È una scatola colorata, contiene delle strane pasticche azzurre e lui con un gesto furtivo ne porta avidamente una alla bocca. Cosa saranno le misteriose folate di nebbia che d’un tratto avvolgono lui, il paesaggio circostante, tutti noi in attesa di un qualsivoglia evento ripreso da questa telecamera?
Niente di particolare, è l’oceano quotidiano dell’incomunicabilità che è passato a portarsi via un’altra delle sue vittime preferite: un anziano distinto che, nella folla brulicante in una grande città, ha deciso di allontanarsi per sempre verso un mondo migliore.
Chissà, poveretto, forse a rapirlo è stata la sua natura che, impietosita, ha ubbidito al richiamo di un vecchio sognatore in incognito: Caronte? Un arcangelo? Oppure . . .

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