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08 novembre 2003

AAA: CERCASI NUOVO ENZO TORTORA

“Le leggi dipendono dagli umori: infatti si possono interpretare. Cari amici, le leggi non proteggono dall’arbitrio, perché è appunto con arbitrio che vengono interpretate ed applicate!”: così JOSEPH ROTH, grande romanziere austriaco dei primi del Novecento, descrive ne “CONFESSIONE DI UN ASSASSINO” il dramma eterno e irrisolvibile della giustizia umana.
Sono insomma, in ogni paese e ad ogni latitudine, i magistrati ad avere il potere di assolvere o condannare gl’imputati.
L’enormità di questo potere è in Italia direttamente proporzionale all’inefficacia delle condanne: facile pensare al caso di GIULIO ANDREOTTI, appena prosciolto dalla Cassazione dopo un decennio di accuse pretestuose, di processi indiziari, d'inusitati sospetti e veleni.
E che dire di VINCENZO BRUSCA e delle scandalose affermazioni in suo favore del giudice che ne ha sancito la libertà vigilata, malgrado gli orrendi delitti da lui perpetrati?
Il compianto ENZO TORTORA, una delle tante vittime di questo malcostume, ne avrebbe tratto l’occasione per domandare con veemenza un procedimento d’ufficio contro quest’omuncolo da strapazzo.
Peccato che ci abbia lasciati così presto, senza un erede di pari prestigio le battaglie contro lo strapotere giudiziario sono destinate a soccombere!

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