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02 settembre 2003

LEGA NORD: ESEMPIO DI FEDERALISMO DISTORTO

Premessa: chi scrive, pur vivendo in Piemonte quasi dalla nascita, si è sempre definito un autentico esemplare di oriundo lombardo. Adoro, cioè, interessarmi di usi, costumi e tradizioni varie legate alla mia regione di nascita e provo istintiva simpatia per tutti quelli che la pensano come me … senza esagerazioni, però!
Mi riferisco ad un recente progetto di legge, il n. 252, presentato alla Camera dei deputati lo scorso mese di luglio, che promuove “interventi regionali volti al recupero e alla valorizzazione dei dialetti lombardi, delle culture e delle tradizioni locali”.
In tempi di gravi ristrettezze finanziarie per la nostra povera Italia il relatore di tale progetto, appartenente alla Lega Nord, pretendeva di far spendere qualche decina di migliaia di euro con le seguenti incredibili motivazioni: “Al giorno d’oggi negli scambi e nei rapporti ormai globalizzati e' sempre più necessario utilizzare un’altra lingua, che potremmo definire “franca”. Da qui la necessità di potersi esprimere anche in italiano e in inglese. E’ altrettanto necessario però non estraniarsi dalle fonti del proprio linguaggio, prodotto dell’esperienza e della vita della propria gente, della propria comunità, della propria famiglia. hi considera poco istruttiva la conoscenza del suo dialetto locale, non fa altro che disprezzare le proprie origini e la storia della propria comunità. (…) Non bisogna dimenticare infine che solo chi conosce il passato del proprio popolo può programmare e prendere delle decisioni lungimiranti per il futuro".
Il destino cinico e baro ha poi sanzionato per soli 5 voti la bocciatura in aula di questo ingegnoso esempio di federalismo alla rovescia: così facendo la Lega di Umberto Bossi ha dimostrato per l’ennesima volta, quanto siano ormai lontani i gloriosi tempi di Gianfranco Miglio, vero uomo-guida di un movimento che avrebbe cambiato, seguendone i saggi consigli, la scena politica nazionale.

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