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30 luglio 2003

IL SENSO DELLA VITA? HA … VENT’ANNI!

JOHN CLEESE, TERRY JONES, ERIC IDLE, MICHAEL PALIN, GRAHAM CHAPMAN, TERRY GILLIAM, cioè i Monty Python, sono un mirabile esempio della comicità “made in UK”.
Ricordo come fosse ieri la prima, 20 anni fa, del loro capolavoro cinematografico, “IL SENSO DELLA VITA” e, nell’ordine:
• una partoriente maltrattata da medici insensibili e idioti, taglienti sberleffi al protestantesimo;
• un coro di bimbi cattolici che intonano angelici: "I pagani spruzzano il loro sperma / sul suolo polveroso / Dio li punirà / per ogni sperma che viene sparso invano"…
• la lezione "pratica" di educazione sessuale al college del serioso docente e della di lui invero algida consorte in cui gli studenti sono paradossalmente annoiatissimi;
• l'espianto di organi da un donatore vivo;
• le ripetute ed irriverenti frecciate contro l'Esercito Inglese;
• la sezione intitolata "Benvenuti Alla Metà Del Film";
• la Morte Bergmaniana che, con l’immancabile falce, si trova alle prese con i mortali più idioti d'Inghilterra… ma, soprattutto:
• la sequenza più celebre, spettacolare e rivoltante del film, quella di Mr. Creosote, un volgare e irritante riccone dalla smisurata pancia che, in un ristorante chic di Londra, rigurgita l'inverosimile, e infine s'ingozza fino ad esplodere ricoprendo tutte le raffinate dame e i signorotti dell'alta società di budella e vomito.
In questo crescendo rossiniano di sketch sulle varie età della vita, dalla nascita alla morte, fino all'ascesa in cielo, “IL SENSO DELLA VITA” affronta con inguaribile sarcasmo temi rilevanti quali il controllo delle nascite, le guerre coloniali, il sistema bancario, la vita dopo la morte… tutto serve a scatenare la verve iconoclasta di sei attori e amici per la vita.
Alla fine del film la domanda del titolo non troverà alcuna risposta: lo scopo dei suoi scatenati autori è infatti quello di celebrare un inno alla libertà di vivere e alla tolleranza verso tutto e verso tutti, atei o religiosi, bianchi o neri, geni o persone normodotate.
A chi non avesse ancora visto questo autentico “cult movie”, consiglio di noleggiarne una copia al più presto.
Saper ridere di se stessi e delle proprie radici culturali è dote rarissima, oggi ancora più che nel 1983, c’è da scommetterci!

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