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16 settembre 2008

LE ASINERIE DEI NUMERI PRIMI


La matematica non è un'opinione? Sì, tranne che a Torino! Perché? Beh, amiche e amici carissimi, sotto la Mole ben due matematici, tali Piergiorgio Odifreddi e Paolo Giordano, sono diventati famosi non tanto per la loro attività professionale, quanto per i loro sfoghi filosofici e/o letterari.
Di questo Odifreddi conosco poco o nulla perché, con testardaggine direttamente proporzionale alla sua scarsa conoscenza in materia, nega l'esistenza di Dio.
L'argomento, in sè e per sè, m'interesserebbe poco se a parlarne fosse, che so, un grande filosofo o un'autorevole esponente di questa o quella religione. Figuratevi voi se a concionarne si mette costui, simpatico di suo come una medusa del Mar dei Sargassi!
Di Paolo Giordano invece ho dovuto mio malgrado sfogliare, fra un check in in forte ritardo e un imbarco avventuroso all'areoporto di Elmas, alcune pagine del bestseller dal titolo ambizioso “La solitudine dei numeri primi”.
Mi sono bastate per farmi un'idea precisa di cosa sia, nell'Italia ostentatamente ignorante di oggi, un bestseller letterario. Sono raggelato all'idea di chi oggi favorisca la diffusione fra la gente comune di libri di questo genere. Per prima cosa gli esperti della comunicazione studiano a tavolino una precisa strategia di vendita. Il libro di successo definito dagli addetti ai lavori “opera prima”, esattamente come il dopobarba o il vasetto di pesto alla moda, va confezionato scegliendo un involucro, pardòn una copertina intrigante e una grafica attraente.
A questo ci pensano le star della grande editoria, su input preciso di questo o quel gaglioffo di successo mascherato da procuratore di giovani firme rampanti.
Un bel battage pubblicitario sul libro, sull'autore e, in ultimo, sul suo contenuto lo si ottiene solamente in un secondo tempo grazie a certi criticonzoli di regime. Mi riferisco ovviamente alle prime firme di quotidiani come Repubblica, La Stampa e Corsera o di settimanali patinati come Panorama e L'Espresso. Qualche fiera letteraria ospita il nuovo astro nescente e, di fronte a centinaia di potenziali lettori, le copie del nuovo romanzo cominciano ad andare a ruba. Perchè? Beh, il giovane romanziere si abbassa a parlare, a firmare autografi, persino ad accarezzare le teste dei bimbi festanti o a tagliare fette di torta sbrisolona piuttosto che a suggerire come raggiungere più speditamente le piste da sci della sua adorata Valsusa.
Peccato che saper scrivere comunicando qualcosa di veramente originale, caro Giordano, sia per lei impossibile! Come possa aver composto raccontini tanto insipidi e dal finale praticamente inesistente è un mistero. Una bimba che si caca addosso in una fitta nebbia che, da bianca, improvvisamente diventa blu: questa la conclusione della prima storia. Ma che c'entra tutto questo coi numeri primi del titolo? Boh!
Ecco spiegato l'enorme quanto immeritato successo di questo matematico torinese: ed ecco i danni che le grandi case editrici fanno al popolo bue dei collezionisti di libri italici! Ma, signora mia, sa quanto sta bene mostrare agli ospiti occasionali una copia del libro vincitore del Premio Strega 2008 lì in mezzo ai Camilleri, ai Baricco, agli Einaudi e tutti gli Adelphi colorati in pastello, uno rosa, uno azzurro, uno persino fucsia?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Renato, sei tutti noi! Abbasso questo Giordano e i tanti pseudo letterati che infestano l'Italia odierna!
PAOLO C. - Napoli