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06 dicembre 2007

IL CIELO IN UN RETTANGOLO



Settembre, ore quattro di pomeriggio, Sicilia sudoccidentale. I grilli cantano incessantemente da ore ma è come se non li sentissi. Mi sono fatto lasciare dall’autobus di linea che da Calatafimi va ad Agrigento un paio di chilometri prima per camminare da solo, in mezzo a colline disabitate, verso la mia razione quotidiana di paradiso. Ci sono arrivato, passo dopo passo nelle mie superga d’annata, con una calma interiore da far paura: eccolo, dapprima è solo un puntino color dell’avorio nell’ampia distesa del verde dei campi, poi a poco a poco si manifesta in tutto il suo splendore. E’ il tempio dorico di Segesta!
Entro quasi timoroso e subito mi vado a porre nel mezzo, poi mi fermo estasiato a guardare in alto. Azzurro intenso come solo in Sicilia quando l’estate volge al termine, il cielo è racchiuso nel rettangolo di un tetto che, inspiegabilmente, non c’è mai stato.
Forse mancarono i fondi o il tempo per costruirlo, forse invece furono i fedeli che non vollero porvi mano per avere un rapporto più diretto coi loro dei. Sta di fatto che quel pezzo di cielo, in quel nitido pomeriggio di settembre di almeno vent’anni fa, ultimamente m’è riapparso in sogno.E’ il mio desiderio di libertà, un SOS che esplode dentro la testa quando il resto del mondo che mi circonda sembra indifferente al mio grido d’aiuto. Grazie a quella mia lontana visita a Segesta, ora so raccontare cosa mi manca: il cielo, il più terso ch’io ricordi nella mia esistenza terrena, circoscritto nel rettangolo di un tetto che non c’è. Come vorrei rivederlo ancora una volta, questo meraviglioso tempio!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Renato, quest'estate ho fatto un giro in una zona della Sicilia che non conoscevo bene: Ragusa e Siracusa. Credo di capire come ti senti se penso a quel cielo, a quei profumi e a tutta quella bellezza! Grazie per questa sensazione, in una cruda mattina nordestina.

SERGIO