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07 giugno 2005

JORMA KAUKONEN: UNA CHITARRA IN FONDO ALL’ANIMA

Chitarra acustica: strumento che è specchio dell’anima. Chi meglio può testimoniarlo di un sedicente reverendo nordamericano vissuto a cavallo fra gli anni del Proibizionismo e la Guerra Fredda? Parlo del leggendario Gary Davis, segaligno uomo di colore senza fissa dimora, a zonzo fra una chiesa battista e l’altra della Carolina del Nord. Idolatrato da masse di fedeli adoranti, rivolgeva le sue prediche accompagnandosi, appunto, alla sua affezionata chitarra acustica. Insegnò a un paio di generazioni di discepoli che la perfetta fusione fra melodia e armonia si raggiunge quando pollice e indice della mano destra – o sinistra, se si è mancini - salgono e scendono, con impeto pari alla grazia, fra le corde. Fingerpicking, letteralmente “arte del pizzicare con le dita”: questo è il metodo creato dal reverendo Gary Davis e in voga fra i più grandi solisti in tutto il mondo.
Uno dei miei preferiti nell’applicare questa tecnica è lo statunitense, di chiare origini finniche, Jorma Kaukonen. Nei lontani Anni Settanta fu leader di una grande band californiana, i Jefferson Airplane, assieme a grandi musicisti del calibro di Paul Kantner, Marty Balin, del mitico violinista di colore “Papa” John Creach e della cantante forse più brava di quei tormentati, ma splendidi anni di grande musica: la leggiadra Grace Slick.
Acid blues: così viene etichettato il genere musicale dei Jefferson, vero e proprio super-gruppo in cui le chitarre elettriche dominavano in lungo e in largo la scena musicale dell’epoca, esaltando i suoi proseliti fra una pinta di birra ed uno spinello.
Ma Jorma aveva, ed ha, un’anima semplice. Non poteva accontentarsi di suonare pezzi trascinanti con i suoi rumorosi compagni: lui, ispirandosi proprio alla figura del mitico Reverendo Davis, si mise in proprio.
Regalando alle mie riconoscenti orecchie di inguaribile romantico il capolavoro di sempre della musica acustica: l’album del 1974 “Quah”.
Due anni or sono Jorma, oggi 65enne, ha impugnato la sua chitarra per visitare l’Italia: per sua, e nostra, fortuna non quella delle cosiddette metropoli tipo Roma o Milano o Torino o Napoli. Jorma, o meglio chi ne organizzò con stimabile chiaroveggenza le tappe dei suoi concerti, evitò l’Italietta di cui sopra per scoprire la suggestiva e incancellabile Italia della provincia, irrimediabilmente trascurata dai modaioli dei Festivalbar o dalla camarilla dei dispensatori del nulla: i supercritici musicali dei media nostrani.
A Trani, a Tolentino, a Palmanova, a Cherasco – dove l’ho potuto conoscere direttamente - e in altre meravigliose cittadine italiane Jorma ha riproposto, in esibizioni di due ore filate, anche il repertorio di quel lontano fantastico disco, oggi rimasterizzato in versione CD e facilmente reperibile in ogni negozio musicale, piccolo o grande, che si rispetti (altrimenti, c’è sempre www.amazon.com!).
Questo signore ora di una certa età, barbuto e spelacchiato come un orso grizzley al ritorno da una focosa stagione degli amori, si è davvero specchiato nella sua chitarra scrivendo queste canzoni memorabili, da collezionare e da ascoltare nei momenti più particolari delle nostre esistenze terrene.
Jorma, sorridi mentre pizzichi le corde della tua magica chitarra: persino nella nostra Italia, inflazionata da cattiva musica e cattivi comunicatori, c’è qualcuno che ti apprezzerà. Sempre!

1 commento:

mr.setter ha detto...

Credo che Genesis sia uno dei brani piu' belli mai scritti per chitarra acustica. Indimenticabile!! Grazie per avermelo fatto ritornare in mente...

:-) Ciao, Aigor